Marco Emilio Lepido e Arturo Soria y Mata sono andati in Arabia Saudita a costruire “The Line”

@NEOM I La “Cognitive City”.

Sono stato recentemente contattato da un’agenzia di reclutamento britannica con sede a Riad che cerca architetti ed ingegneri da mandare in Arabia Saudita per la costruzione di Neom, la città avveniristica di 26.500 chilometri quadrati nel nord-ovest nella provincia di Tabuk, tra il Mar Rosso e il Golfo di Aqaba. L’offerta di lavoro comprendeva (a detta dell’agente) un pacchetto sensazionale: indennità di trasloco, scuola per i figli, voli, assicurazione medica, alloggio, cibo, trasporti e un salario maggiorato del 25% (tax-free) rispetto all’ultimo stipendio. Si sarebbe dovuto vivere in un un complesso in mezzo al deserto per un tempo indeterminato durante il quale si poteva usufruire ogni due mesi di un weekend tutto spesato nella capitale. Anni addietro avevo conosciuto un ingegnere inglese che lavorava in un altro paese del mediorientale ed era sottoposto a simili regole di ingaggio. Bryan era solito utilizzare il bonus del “weekend all inclusive” per andare nell capitale di quel paese a prostitute russe e ubicarsi senza uscire dall’albergo per tutto il fine settimana. Lui si giustificava dicendo che per i single era l’unica cosa “concessa” fare. Io non ho accettato l’offerta; se siete interessati cercate su Linkedin.

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Del progetto se ne parlo’ molto nel 2018. All’epoca fece molto scalpore il dietro front dell’architetto britannico Norman Foster, che si era sospeso dal comitato consultivo del progetto dopo le notizie sull’omicidio di Jamal Khashoggi, giornalista dissidente ucciso il 2 ottobre 2018 all’interno del Consolato saudita di Istanbul. Omicidio di cui l’Onu ha accusato “funzionari sauditi di alto livello”, compreso il principe ereditario Mohammad bin Salman. Oltre a Foster altri esperti di marketing, comunicazione, informatica e turismo diedero forfait all’operazione; anche se si vociferava che questi esperti si fossero dimessi o fossero stati licenziati per avere espresso dubbi sulla fattibilità del progetto. Chissà se ora che l’iniziativa sembra ripartire qualcuno di loro si sia ricreduto, a volte il tempo e il denaro possono aiutare a rivedere punti di vista (anche etici) precedentemente presi sotto gli effetti emotivi del momento.

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Neom, inizialmente finanziato dal Fondo per gli Investimenti Pubblici (Public Investment Fund (PIF) saudita, e’ un cosiddetto giga-project, cioè un progetto di sviluppo che supera i 10 miliardi di dollari di costo, del valore complessivo di circa 415 miliardi di euro. A presentarlo al mondo nel 2017 fu Mohammed bin Salman, il quale nel ruolo di presidente del PIF indico’ nel 2025 la data di completamento dell’intero programma. Il piano rientra nella serie di progetti faraonici da completare nei prossimi anni tra cui Amaala, Qiddiya e Red Sea Project. Amaala sarà l’hub del turismo di lusso (integrato insieme a arte, cultura e sport) il cui aeroporto e’ stato progettato dallo studio Foster + Partners. Il Six Flags Qiddiya sarà il parco d’intrattenimento più grande e costoso fino ad oggi, mentre il Red Sea Project con un’estensione di oltre 28.000 chilometri sulla costa occidentale del paese sarà caratterizzato da un arcipelago di oltre 90 isole a formare un complesso lussuoso di oltre 50 alberghi extra-lusso con circa 8000 camere e 1300 proprietà residenziali.

La futuristica “città” di Neom (una fusione del prefisso neo, che in greco significa “nuovo”, con la parola araba mustaqbal, “futuro”) sarà uno dei progetti infrastrutturali più complessi e impegnativi al mondo, la megalopoli avrà un’estensione di 26.500 chilometri quadrati organizzata secondo quattro “moduli urbani” (“Coastal”, l’area marittima del golfo; “Coastal desert”’, l’area desertica; “Mountains”’, la zona delle montagne; e “Upper valley”, l’area delle vallate) lungo un’arteria di 170 chilometri denominata, “The Line”.

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All’interno di ogni singolo nucleo urbano si troveranno tutti i servizi essenziali (scuole, ospedali, centri commerciali, uffici, strutture ricreative e aree verdi) che saranno raggiungibili in appena 5 minuti. Ad unire i le quattro città ci penserà una linea metropolitana ad alta velocità situata nel sottosuolo. L’impianto urbano e’ organizzato su livelli. Nella parte sotterranea troverà spazio la fitta rete metropolitana. Salendo si avranno invece le aree pedonali, gli spazi destinati alla logistica e le infrastrutture di base. Uffici e abitazioni sorgeranno nei piani più alti. Tutti gli edifici saranno ad “energia positiva” e alimentati dalle rinnovabili. “La Linea” fungerà da “manifesto” del Saudi Vision 2030 (il quadro strategico per ridurre la dipendenza dell’Arabia Saudita dal petrolio, diversificare la sua economia e sviluppare settori di servizio pubblico come sanità, istruzione, infrastrutture, attività ricreative e turismo) nonché da motore economico per il regno con i suoi 380.000 nuovi posti di lavoro e 48 miliardi di dollari di PIL entro il 2030.

Neom sarà la prima realtà al mondo classificabile come “Cognitive City”, una città completamente automatizzata, cioè alimentate dall’intelligenza artificiale (AI) a cui verrà demandato il controllo di tutti gli aspetti della vita umana. Si stima che il 90% dei dati disponibili sarà sfruttato per migliorare le capacità dell’infrastruttura ben oltre l’1% tipicamente utilizzato nelle città intelligenti esistenti; e questo grazie ad una propria infrastruttura di rete 5G che consentirà non solo di supererà gli obsoleti “sistemi legacy”, ma di realizzare una “Smart city” organizzata secondo l’Internet delle cose (IoT) – cioè tutti quegli oggetti della nostra esperienza quotidiana che ci circondano all’interno delle nostre case, al lavoro, nelle città. Inoltre, dovrebbe risolvere alcune delle sfide contemporanee più critiche come: l’inquinamento, il consumo energetico, il pendolarismo, il traffico; il tutto per dare alle persone più tempo per la salute ed il benessere.

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Il primo concetto di “città lineare” della storia fu concepito dai Romani con la via Emilia. Fatta costruire dal console Marco Emilio Lepido per collegare in linea retta Ariminum (Rimini) con Placentia (Piacenza) e completata nel 187 a.C.., la sua rilevanza per i traffici commerciali delle aree che attraversava si è ripercossa fino ai tempi nostri, grazie anche allo sviluppo di una rete di centri abitati cresciuti lungo questa matrice ad una distanza media tra loro di circa 30 km – distanza sufficiente da coprire in un giorno di cammino per far arrivare i rinforzi militari dalle città limitrofe in caso di attacco nemico. In epoca moderna l’ingegnere spagnolo Arturo Soria y Mata (1844-1920), convinto che la città migliore fosse quella in cui si perdeva meno tempo per gli spostamenti e che i problemi delle grandi città contemporanee derivassero dal congestionamento della circolazione, causato dalla tradizionale struttura urbanistica che prevedeva uno sviluppo concentrico intorno ad un nucleo, propose un suo modello di insediamento costruito lungo un asse centrale la cui estensione poteva essere potenzialmente illimitata. Esposta pubblicamente nel 1882 a Madrid, “La Ciudad Lineal” prevedeva un viale centrale largo 40 metri, alberato e diviso in due corsie da una ferrovia elettrica centrale. Da questo asse avrebbero dovuto dipartire le traverse lunghe circa 200 metri e larghe 20.

La morfologia della “linea” e dei quattro “moduli urbani” di Neom sembrano ricalcare questi due precedenti storici, a dimostrazione che la storia la fa chi ha l’ambizione di incidere su di essa. E cosa non ci sia di più ambizioso che creare una nuova società? Ma tale aspirazione e’ tanto affascinate quanto ardua. Infatti, poiché la comunità di Neom, che dovrebbe raggiungere il milione di abitanti, dovrà crescere attorno ad un progetto guidato, popolato e finanziato da persone provenienti da tutto il mondo, come si farà ad attirare abitanti occidentali, sempre a patto che le opere si riescano a realizzare, senza eliminare molti divieti che sono in vigore nel resto dell’Arabia Saudita, per esempio quello sul consumo di alcol? Basterà come auspicato dai promotori sauditi creare un avveniristico hub “crocevia del mondo, con il 40% della popolazione mondiale in grado di raggiungere Neon in meno di quattro ore, per realizzare la Nuova Eliodoro del futuro? Ma chi vi andrà a vivere? Sara’ l’inizio di una nuova società “eletta” e finalmente “ecologizzata”?

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Lo scorso anno la realizzazione dell’opera si era fermata per due fattori principali: la difficoltà di attirare gli investitori stranieri e la complessità di realizzare alcune parti del progetti, sebbene inizialmente siano stati investiti circa 880 milioni di euro provenienti dal fondo sovrano saudita e dal ministero delle Finanze per la progettazione delle prime infrastrutture, Ora sembra che il progetto sia ripartito. Ciò non mi sorprende indipendentemente dalle questioni monetarie. Gli effetti della pandemia sulla popolazione mondiale sta contribuendo a trasformare la società a livello globale. L’Ambiguità di una primitiva società fondata sullo “smart working” e sulla “smart privacy” stanno trasformando profondamente i fondamentali della democrazia – come noi la intendiamo – aprendo inesorabilmente ad una inquietante “cognitive society”.

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