Companion, il gigante buono che fa il morto sotto il cielo di Hong Kong

 

KAWS Holiday dell’artista statunitense Brian Donnelly.

Tari, una cara amica indonesiana originaria di Giava con la passione dell’arte e fotografia, quando tre anni fa lasciai Hong Kong per Hanoi, riuscii a farle strappare una promessa: tenermi informato su qualsiasi cosa di interessante accaduta in città. Sebbene ultimamente ci siamo scritti per commentare le manifestazioni in corso in città da oramai una decina di giorni contro il disegno di legge sull’estradizione di latitanti verso paesi dove non vi sono accordi di estradizione, stamattina, appena riacceso il telefono, ho trovato su Whatsapp in allegato al suo messaggio le foto di una gigantesca scultura galleggiante presa dal sito di un giornale locale.

@AllRightsReservedKAWS Holiday.

L’opera, denominata KAWS Holiday dal suo autore, l’artista americano KAWS, noto per i suoi personaggi stravaganti che hanno fanno l’occhiolino alla cultura pop, e’ un grosso pupazzone gonfiabile – che ricorda Mickey Mouse – dalle dimensioni all’incirca di tre autobus a due piani. La gigantesca scultura, dopo aver toccato Taipei (Chiang Kai Shek Memorial Hall), Taiwan e Seoul (lago Seokchon) è apparsa ad Hong Kong due giorni fa nelle acque al largo del Convention and Exhibition Center a Wan Chai, portata da rimorchiatori come se fosse una nave da crociera. L’artwork rimarrà nel Porto di Victoria fino alla fine del mese a fare da sfondo al noto festival internazionale d’arte Hong Kong’s Art Month.

@AllRightsReserved I KAWS Holiday.

Brian Donnelly, questo il vero nome di KAWS – che tra l’altro non ha alcun significato – e’ uno degli artisti contemporanei più apprezzati della street e pop art nonché designer di giocattoli e vestiti ad edizione limitata per grandi nomi della moda. Nato nel New Jersey nel 1974, inizia la sua carriera nelle periferie di New York imbrattando con graffiti la pubblicità ospitata su autobus, cabine telefoniche e cartelloni secondo l’azione del subvertising (“sovvertimento”), ovvero la parodia dello advertising. Ma Brian e’ anche famoso per quella creatura, nata dalla sua creatività ironica, denominata Companion, il personaggio per l’appunto arrivato ad Hong Kong e che sembra un incrocio tra Topolino e il pagliaccio di McDonald.

Il monumento e’ stato concepito dall’artista per invitare le persone a rilassarsi come il topino gigante che fa il morto in acqua guardando (se così si può dire) il cielo con i suoi grandi occhi chiusi da una X. “Stavo pensando a tutte le tensioni nel mondo e volevo creare un lavoro che facesse riflettere la gente sul relax” […] “E non c’è niente di più rilassante che sdraiarsi sulla schiena in acqua e guardare il cielo”, ha detto KAWS in un’intervista. Per ottenere questo si e’ dovuto lavorare parecchio soprattutto per impedire che l’installazione andasse alla deriva. Infatti questa e’ ancorata a una base metallica di 40 tonnellate nascosta sotto la superficie del mare per un costo totale (a detta degli organizzatori) di circa 1 milione e 128 mila euro.

@AllRightsReservedKAWS Holiday.

Quest’opera di comunicazione, voluta dallo studio creativo AllRightsReserved, segue un’altra installazione colossale che lo stesso studio porto’ ad Hong Kong nel 2013: il Rubber Duck dell’artista olandese Florentijn Hofman. In quel caso si trattava di una scultura completamente in plastica galleggiante ed itinerante di 16,5 metri di altezza. Trasposizione del celebre gioco da vasca per bambini, l’effetto ottenuto dalla paperella gigante, allora come oggi, e’ pressoché lo stesso: l’inconsueta giustapposizione del giocattolo/pupazzo sullo sfondo di uno dei porti più trafficati del mondo cambia il modo di guardare lo spazio pubblico che invade con il suo enorme volume colorato, generando stupore ed ammirazione. Companion come Rubber Duck dovrebbero veicolare un senso di felicità – evocando gioia, amore e pace – attraverso la “monumentalizzazione” di oggetti di uso comune legati alla memoria e ricordi d’infanzia.

L’operazione sul piano mediatico e’ indubbiamente di successo soprattutto in un’area del mondo dove l’immaginario collettivo, essendo ricco di riferimenti veicolati da fumetti, videogames e films d’animazione, e’ permeabile alla “cultura dei pupazzi”. Riguardo al messaggio ho pero’ alcuni dubbi. Il fatto che queste opere d’arte galleggianti siano realizzate in plastica potrebbe pero’ far riflettere su questioni serie riguardanti l’ambiente. Mi riferisco alle sei isole di plastica che da decenni hanno invaso i mari del pianeta. La più’ grossa e’ proprio la Great Pacific Garbage Patch, che si muove seguendo la corrente oceanica del vortice subtropicale del Nord Pacifico. Chiamata anche “Pacific Trash Vortex”, quest’isola dalle dimensioni pari alla superficie della Penisola Iberica, è il più grande accumulo di spazzatura galleggiante al mondo con una portata di rifiuti accumulati che va dai 3 ai 100 milioni di tonnellate. Alla luce di questa catastrofe dimenticata il Companion di KAWS mi appare più che uno stimolatore del riposo un cadavere con gli occhi chiusi dalla censura. Se in geopolitica si usa pensare che chi governa il mare governa il mondo, allora sarà difficile per i dimostranti di tutto il mondo liberare il mare dal “Tiranno del Male”.

@AllRightsReservedKAWS Holiday.


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