The Class of 6.3: Rebuilding Nine Schools

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© arcomai I Il Padiglione della Tailandia, allestimento.

Nel Maggio del 2014, un terremoto d’intensità 6.3 della scala Richter colpi’ Chiang Rai, un’importante provincia settentrionale della Tailandia. Fortunatamente, non ci furono morti ma solo danni ingenti a case, templi, strade e istituti scolastici. Nove di questi erano scuole elementari che lasciarono centinai di bambini senza classi ed altri servizi connessi, costringendo molti di questi a seguire lezioni in tende o addirittura all’aperto. Chi soffri’ per questa disgrazia furono principalmente loro.

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© arcomai I Il Padiglione della Tailandia, allestimento.

All’indomani della tragedia, l’organizzazione non-prosit Design for Disasters, fondata da Vipavee Kunivichayanont, chiese a nove professionisti di aiutarli a riprogettare gli edifici distrutti. Cosi’ durante i mesi successivi al terremoto, un team di architetti, ingegneri, consulenti, presidi ed insegnanti, sotto la guida della Association of Siamese Architects (ASA), hanno lavorato alacremente per ridisegnare le nuove infrastrutture. Allo stesso modo, artisti, graphic designers e fotografi hanno dato il loro apporto documentando ciò che stava accadendo, contribuendo cosi’ ad una mobilitazione mediatica che ha aiutato a raccogliere donazioni sia dal pubblico che dal privato (sponsors, associazioni professionali ed imprenditoriali) necessari per la realizzazione del programma di ricostruzione. Sebbene il processo sia stato più lungo del solito, alla fine otto delle nove scuole sono state completate secondo le aspettative didattiche e tecnico-economiche del piano.

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© arcomai I Il Padiglione della Tailandia, allestimento.

Non solo, l’intera comunità colpita dalla calmata’ e’ stata protagonista di una campagna di solidarietà che ha portato gli amministratori locali a ripensare alle politiche di prevenzione e gestione delle emergenze cosi’ come i progettisti a rivedere il ruolo delle proprie discipline, adattando l’approccio progettuale nello specifico della realtà rurale tailandese. Questa esperienza ha insegnato agli addetti ai lavori che: I) Le calamita’ naturali devono rientrare nell’agenda dell’architettura; II) Alcune tipologie dell’edilizia pubblica tailandese (ed in particolare di quella scolastica) necessitano di una profonda revisione ed aggiornamento; III) Anche le modalità didattiche tradizionali (specialmente nelle aree rurali) sono obsolete e quindi richiedono un radicale rinnovamento; IV) Riconsiderare l’importanza progettuale della luce e del vento come elementi importantissimi sulla psicologia degli alunni durante il loro percorso di apprendimento; V) Intervenire sugli edifici in tempi brevi e con tecnologie innovative; VI) Investire nella formazione di maestranze locali; VII) Utilizzare materiali locali per la costruzione e la manutenzione degli manufatti.

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© arcomai I Il Padiglione della Tailandia, allestimento.

La Tailandia e’ venuta alla 15 Mostra Internazionale di Architettura portando a Venezia questa vicenda come contributo al tema voluto da Alejandro Aravena (direttore di questa edizione) e sintetizzato nel motto: “Reporting from the front”. Il titolo del padiglione nazionale e’ per l’appunto “The Class of 6.3: Rebuilding Nine Schools”. L’installazione mostra i nove modelli in scala delle scuole ricostruite dopo il disastro. Il curatore, Theeranuj Wongwaisayawan, ha voluto creare un rapporto interattivo e diretto col visitatore. Infatti, al suo passaggio la superficie di calpestio della sala inizia a tremare – a simulare un terremoto – che determina l’oscillazione dei plastici, posizionati su asticelle in metallo. Un striscia di videos sulla parete di fondo fa scorrere le immagini salienti che testimoniano la partecipazione di tecnici e gente comune durante il processo pianificazione e costruzione. Ma vediamo in dettaglio i progetti qui esposti.

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© arcomai I Il Padiglione della Tailandia, allestimento.

Per la Pong Phrae Witthaya School i tempi per la progettazione e realizzazione erano di sole due settimane. Il programma prevedeva un manufatto in grado di resistente al vento, al caldo, alla grandine ed alla pioggia dei monsoni, ma anche facile da assemblare per le maestranze locali, Si e’ cosi’ pensato ad un sistema di controventatura antisismico con la griglia diagonale in “faccia a vista” per la sua leggerezza e resistenza. La copertura e’ composta da due tetti: quello portante e’ in metallo, mentre l’altro e’ in HDPE (High-Density Polyethylene) – che e’ un polietilene ad alta densità in grado di proteggere la superficie sottostante solitamente sottoposta a surriscaldamento nei mesi più caldi. Le pareti esterne sono tamponate da pannelli leggeri (sicuri durante i terremoti) e supporti facili da assemblare. (Progettisti: Twitee Vajrabhaya Teparkum, Department of Architecture Co.).

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© Department of Architecture Co.I Pong Phrae Witthaya School.

ll Baan Hua Rin Child Development Center e’ un complesso composto da due edifici che offre istruzione per-scolastica a 1000 alunni dai 3 ai 5 anni. Un fabbricato ospita tre classi con una stanza per l’insegnante e un bagno, mentre l’altro e’ adibito a mensa con cucina e sala da pranzo. La struttura e’ totalmente prefabbricata grazie all’utilizzo di elementi in metallo, pannelli di cemento e lastre in acciaio, che sono convenienti e facili da assemblare. Il prospetto principale dell’asilo e’ caratterizzato da una veranda creata da un louvre in legno (sistema di assicelle orizzontali) che funge da schermo in grado di controllare la circolazione del vento e proteggere gli ambienti dai raggi diretti del sole, creando uno spazio multifunzionale per attività didattiche e ricreative. Il tetto e’ parzialmente traslucido per diffondere la luce naturale dentro i due fabbricati. (Progettisti: Jeravej Hongsakul, IDIN Architects).

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© IDIN Architects I Baan Hua Rin Child Development Center.

Il bambù e’ un materiale facile da trovare in Tailandia ma e’ comunemente considerato come un prodotto da usare per costruzioni temporanee. Fatto sta che quegli edifici, costruiti in bambù, si salvarono tutti dal terremoto del 2014 e furono in seguito facilmente riparati. I progettisti della Baan Pa Gor Dum Community School hanno fatto tesoro di quell’esperienza, realizzando il tetto con questo materiale. Ciò ha permesso anche di forgiare la forma a boomerang del manufatto, voluta per evitare di abbattere alcuni alberi esistenti. Con questa soluzione si sono definite due aree verdi – per attività cosiddette “out-of-the-class” – che ben si integrano con il manufatto. Con questo intervento ci troviamo di fronte ad un felice esempio di tipologia innovativa capace di stimolare metodi di insegnamento più flessibili ed interattivi con il paesaggio circostante. (Progettisti: Pitupong Chaowakul, Supermachine Studio).

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© Supermachine Studio I Baan Pa Gor Dum Community School.

I progettisti della Baan Ta Haw volevano fare di questo nuovo asilo una seconda casa per i bambini, dando loro l’opportunista di condividere un ambiente in grado di infondere loro sicurezza e “senso di casa”. Cosi la linea guida del progetto e’ stata quella dettata dal motto “Like home”, e tradotta in un edificio unico fortemente caratterizzato di cui anche la comunità si potesse identificare. La tipologia e’ molto semplice: la pianta e’ a “C” a formare un’ampia corte interna con al centro un grosso albero. Su questa cortile si affacciano due delle quattro classi che costituiscono il complesso, mentre le rimanenti si rivolgono al parco attorno al lotto. Le facciate sono caratterizzate da ampie finestre in legno a vasistas pensate per un miglior controllo della luce e della ventilazione naturale. La loro vivace coloratura rende l’asilo molto accogliente ed originale. (Progettisti: Spacetime Architects).

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© Spacetime Architects I Baan Ta Haw.

Il principio progettuale dietro alla Huay San Yao Witthaya School va ricercato nella volontà di creare uno spazio di apprendimento capace di forgiare un ambiente accogliente ma al tempo stesso innovativo. Il fabbricato ospita tre grosse sale didattiche ed e’ staccato dal terreno che in questo punto del lotto, dove insiste l’edifico, e’ scosceso. Si ottiene cosi’ un ampio spazio coperto che può essere usato in svariati modi anche dopo le attività didattiche. Il complesso si caratterizzato da una grande copertura a falde e dai suoi ampi aggetti. Questa soluzione – oltre a garantire una migliore ombreggiatura, agevolare la ventilazione naturale ed ottenere un miglior riparo dalle piogge monsoniche – favorisce la sistemazione di fioriere che creano una piacevole atmosfera sia internamente che esternamente. Questi elementi formano una sorta di giardino pensile per ricordare ai bambini che, per quanto la natura possa essere a volte “ostile”, essa può portare loro anche bellezza e gioia. L‘uso di materiali locali contribuiscono a facilitare l’armonizzazione dell’architettura con il contesto. Tutte le strutture sono state pensate per essere esposte e trasmettere al tempo stesso un senso di solidità e sicurezza nonché ridurre costi di rifinitura non necessari. (Progettisti: M.L. Varudh Varavarnvin, Varavarn Architects).

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© Varavarn Architects I Huay San Yao Witthaya School.

La Baan Nong Bua School e’ una scuola elementare che fornisce istruzione a bambini dai 5 ai 10 anni. L’edifico e’ formato da 4 aule per una superficie utile di 48mq. La veranda e’ lo spazio strategico usato per le attività didattico-ricreative. La struttura portante dell’edificio e’ realizzata principalmente in acciaio. Oltre alla facilità di trasporto e montaggio, questo sistema costruttivo permette al manufatto di assorbire le vibrazione in caso di terremoto. I muri e le tettorie sono composti da un sistema modulare di pannelli in cemento-legno che, oltre a facilitare il montaggio, permette di ridurre gli sprechi in fase di costruzione. Questo layout e’ tanto semplice quanto flessibile, permettendo cosi’ di essere modificato in caso di necessita’ future come ampliamenti, ridimensionamento delle aule o il restauro delle superfici per le quali si privilegia l’uso del bambù, materiale economico, molto facile da trasportare e “meccanicamente” idoneo in case di terremoti. Tipologicamente la scuola si rifa’ alla tradizione locale con il piano di calpestio staccato dal terreno ed il soffitto elevato in modo da far entrare la luce e l’aria in modo naturale. (Progettisti: Jun Sekino, Junsekino Architect and Design).

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© Junsekino Architect and Design I Baan Nong Bua School.

Il Than Thong Witthaya School e’ un asilo costituito da due edifici rettangolari contenenti ognuno due aule di 6m x 8m. I due blocchi sono divisi da un cortile dove si trova un grande albero da frutti che insieme ad un orto funge da classe esterna per studi di botanica. Su questo spazio si affacciano gli spazi distributivi che – grazie alla pavimentazione rivestita in legno (“chaleang”) – possono diventare estensioni esterne delle aule ed ospitare altre attività didattico-ricreative. Il complesso e’ circondato da un recinto di protezione in maglia metallica che in futuro – una volta popolato di piante rampicanti – funzionerà sia come schermo per filtrare la polvere e il rumore dalla corte interna, che come orto verticale per studiare il ciclo vitale delle piante e cibarsi di frutti e ortaggi organici. (Progettisti: Chatpong Chenrudeemol, Chat Architects).

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© Chat Architects I Than Thong Witthaya School.

La Baan Don Ton School e’ formata da tre classi standard di 6m x 9m. La forma dell’edificio e’ semplice e capace di resistere ai terremoti. I pilastri di fondazione sono stati posizionati attorno a grossi blocchi di rocce esistenti. L’acciaio e’ stato scelto come principale materiale strutturale perché di facile montaggio e perché ben conosciuto dalle maestranze locali. Il tetto e’ composto da leggere lastre metalliche – quindi ideali in caso di terremoti – sistemate in alto da poter mantenere gli ambienti freschi. Il complesso si caratterizza dal”essere rivestito da un sistema di sottili barre d’acciaio che permette la ventilazione naturale, contribuendo anche a rendere l’edificio strutturalmente più rigido. Panelli di cemento tamponano le altre parti del fabbricato. Il piano di calpestio e’ stato elevato di 50cm (rispetto al livello dl terreno) per facilitare la ventilazione e la manutenzione dell’edificio. Poiché la scuola si affaccia su di un campo da calcio, gli scalini d’ingresso alla struttura sono estesi per fornire comode sedute per gli spettatori. (Progettisti: Suriya Umpansiriratana, Wallasia).

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© WallasiaI I Baan Don Ton School.

La Baan Doi Chang School ospita circa 700 studenti in due campus. Quello principale, sviluppato su due piani, serve 600 studenti e 20 insegnanti, mentre l’altro ospita 100 studenti e 5 insegnanti. Ciò fa di questa struttura una del pii grandi della provincia di Chiang Rai. Il complesso e’ caratterizzato da una grande scalinata che può fungere da classe esterna, tribuna per attività sportive, anfiteatro per spettacoli e concerti nonché luogo di incontro per gli abitanti del villaggio. Le aule sono chiuse da schermi filtranti pensati per facilitare la ventilazione naturale durante l’estate calda e umida, ma anche mantenere gli ambienti temperati durante il mesi invernali. Questi elementi permettono di far entrare la luce naturale tenendo fuori i raggi solari diretti. Il complesso e’ attualmente in costruzione e molte delle strutture precedentemente distrutte dal terremoto sono state realizzate. (Progettisti: Chutayaves Sinthuphan, Site-Speficic Company Limited).

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© Site-Speficic Company Limited I Baan Doi Chang School.


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