Alla Community Green Station di Sha Tin essere ecologici aiuta a rilassarsi

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© arcomai I Sha Tin Community Green Station, particolare dell’ingresso. Painimetria generale.

Vivrei volentieri a Sha Tin, uno dei 18 distretti di Hong Kong. Qui non siamo sull’isola ma nell’area amministrativa dei New Territories, a mezz’ora di treno dal confine con la città-regione di Shenzhen (Repubblica Popolare Cinese). La circoscrizione si trova in una vallata, chiusa da montagne con fitta vegetazione tropicale, ed e’ attraversata dal fiume Shing Mun. In questa parte della città le torri “vivono in pace” con edifici a due piani, asili, botteghe e capannoni industriali. Si, ci vivrei a Sha Tin. L’Ho frequentata per più di un anno. Ogni mercoledì incontravo gli ingegneri del team multidisciplinare di Aecom per il cosiddetto “coordination meeting” del progetto su cui si lavorava insieme. Il personale delle sede di Hong Kong lavora all’interno di una torre a pochi passi dalla stazione metropolitana ed occupa una decina di piani della stessa. E’ stato bello lavorare con loro. Ricordo ancora la cerimonia nell’Ottobre del 2014, a cui fui invitato, che celebrava l’acquisizione da parte di Aecom del colosso americano URS (United Research Services), e sanciva cosi’ la costituzione del più grande gruppo di ingegneria al mondo (circa 96.000 impiegati). Forse e’ per questo che il motto della gruppo e’: “Built to deliver a better world”.

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© Hong Kong Architectural Services Department I .Sha Tin Community Green Station, pianta.

Nel maggio 2013, l’Assessorato all’Ambiente di Hong Kong (Environment Bureau) diffuse il documento “Hong Kong Blueprint for Sustainable Use of Resources 2013–2022” – noto anche come The Blueprint – che fissa l’obiettivo per ridurre il tasso di smaltimento pro-capite di rifiuti solidi urbani del 40% entro il 2022. Per raggiungere questo target, i cittadini dovrebbero tentare di costruire una “nuova” cultura responsabile nei confronti dell’ambiente – sintetizzata nel motto “Use Less, Waste Less”. Il governo della città punta a realizzare una Community Green Station (CGS) in ciascuno dei suoi 18 distretti. I centri saranno gestiti da organizzazioni senza scopo di lucro, e saranno finalizzati ad abituare i cittadini a raccogliere tutti quei materiali potenzialmente riciclabili (come elettrodomestici, computers, telefoni, stampanti, vetro, lampadine, batterie, ecc.) che purtroppo finiscono quotidianamente nelle pattumiere comuni, e promuovere cosi’ il concetto di “Recycle Clean”, già adottato/consolidato in molte società soprattutto occidentali.

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© arcomai I Sha Tin Community Green Station.

A Sha Tin e’ operativa da circa un anno la prima CSG di Hong Kong. Fu Ryan, un giovane ingegnere esperto di impianti di ventilazione, che mi parlo’ per la prima volta del The Blueprint e del “progetto pilota” del programma che era in costruzione in un lotto a dieci minuti dal suo ufficio. Il collega mi aveva detto che mi avrebbe accompagnato a verdello un giorno che il meeting settimanale fosse finito prima dell’ora di pranzo. Quegli incontri si sono sempre conclusi oltre l’orario in agenda. Solo recentemente sono andato a visitare la “stazione”.

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© arcomai I Sha Tin Community Green Station.

Il centro occupa un’area di 780mq e si trova al numero 10 di Ping Steeet. Il progetto, realizzato con un budget di 2 milioni di Euro, e’ stato finanziato dallo Hong Kong Architectural Services Department e sviluppato dal team interno alla struttura governativa composto da Alice Yeung, Thomas Wan, Jacqueline Lee e Edward Wong. La stazione, gestita dalla Christian Family Service Centre, è divisa in quattro aree principali: uffici, spazio multifunzionale per laboratori e programmi educativi, spazio espositivo e stoccaggio, il tutto sviluppato attorno ad un cortile interno. L’idea originaria si ispira al padiglione nel giardino cinese. Gli edifici sono concepiti come padiglioni/containers e realizzati con componenti edili prefabbricati, rifiniti con materiali di recupero come piastrelle e blocchi di cemento. L’uso di tettoie e schermi in bambù rendere la sosta all’interno e all’esterno delle singole aree piacevole anche nel periodo invernale. Ciò facilita anche la ventilazione naturale all’interno del complesso, i cui padiglioni non vengono rinfrescati con usati sistemi ad aria condizionata.

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© arcomai I Sha Tin Community Green Station.

Se consideriamo che originariamente il sito era occupato da un parcheggio poco usato, possiamo senza dubbio confermare il successo dell’intervento sul piano urbanistico. Inoltre, dopo solo un anno dalla sua apertura, possiamo dire che funziona bene anche come luogo di ritrovo per la comunità nonché come sorta di oasi nel cuore della zona industriale. Anche se la stazione è solo temporanea, ha l’ambizione di assumere un valore culturale permanente: migliorare l’ambiente in cui si vive per salvaguardare le radici culturali del luogo.

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© arcomai I Sha Tin Community Green Station.

Ad Hong Kong la cultura della raccolta differenziata non e’ ancora radicata. Per noi Europei “emancipati” crea sempre un po’ di imbarazzo e senso di colpa liberarsi dei rifiuti domestici. Si tende a fare la separazione differenziata ma poi quando ti devi liberare degli scarti alla fini li raccogli all’interno dello stesso sacchetto. E’ questo un punto “debole” di questa moderna società asiatica. Se poi pensiamo che la popolazione della città e’ di oltre 7 milioni di abitanti, allora le ripercussioni sul l’impatto ambientale sono piuttosto serie. Le CSG sono senza dubbio un primo passo, ma il percorso e’ lungo e tutto in salita.

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© arcomai I Sha Tin Community Green Station.


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