Architetture contemporanee per Bologna: 10 domande a Diverserighestudio

Diverserighestudio è formato dagli architetti Simone Gheduzzi, Nicola Rimondi e Gabriele Sorichetti, ed opera dal 2003. Svolgono attività di ricerca sul tema dell’abitazione collettiva, con diversi progetti realizzati ed in corso di realizzazione. Collaborano con istituzioni pubbliche e private occupandosi di sociologia urbana applicata al progetto e di sostenibilità ambientale e paesaggistica. Dal 2007 hanno vinto e si sono distinti in svariate manifestazioni culturali ed architettoniche nazionali ed internazionali ed erano presenti all’ultima Biennale di Architettura di Venezia, del 2010. La loro attività di ricerca  è mossa dall’intento di realizzare progetti che instaurano relazioni sociali, che combattano l’indifferenza diffusa vissuta nelle periferie di recente costruzione, dominate esclusivamente dalle logiche di mercato. Obiettivo dello studio è quello di analizzare le diverse diacronie presenti nel territorio per tramutarle in soluzioni spaziali che vadano oltre il problema, ossia trasformare il conflitto in punto di forza per la progettazione. Due loro opere significative, una realizzazione ed un progetto, sono esposte alla Mostra collettiva “Architetture contemporanee per Bologna”, dal 6 al 31 maggio 2011, presso l’Istituto Edile di via del Gomito. Claudio Zanirato, redattore di arcomai.it, ha incontrato Simone Gheduzzi, Nicola Rimondi e Gabriele Sorichetti per rivolgere 10 domande allo studio, per indagare come si è formato, le sue principali propensioni, come vede lo scenario operativo dell’ambito bolognese.

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© Diverserighestudio I CASALOGICA, Altedo di Malabergo, Bologna, 2009.

Caludio Zanirato Esiste una specificità dell’architettura a Bologna, città senza una formale “scuola di Architettura”, ritenete possa esistere un suo “genius loci”?. Simone Gheduzzi, Nicola Rimondi e Gabriele Sorichetti Concordiamo con Servio nel osservare che nessun luogo è privo di genio, ma trasponendo questo concetto in Architettura, dove per “genius loci” si intende l’insieme delle caratteristiche che individuano un luogo, pensiamo che tale espressione trovi riscontri qualitativi esclusivamente sugli aspetti socio-culturali, assente su quelli compositivi; il disegno della Provincia di Bologna degli ultimi venti anni riflette l’ottusità delle politiche urbanistiche, specchio di un potere economico privato che ha premiato le logiche speculative del tutto vendibile a scapito della dimensione collettiva. I recenti comparti di espansione residenziale sono prodotti esclusivamente secondo logiche di sviluppo economico; ne consegue che tali piani sono talmente somiglianti da potere essere persino intercambiabili, un matrice calata sulla realtà a prescindere dal contesto paesaggistico in cui si collocano. La similitudine principale è l’assenza di talento. Solo attraverso una attenta lettura è possibile individuare talune opere, alle quali è possibile riconoscere una certa forma di resistenza consapevole a questa situazione drammatica, tra cui quelle esposte nella Mostra Contemporanea per Bologna.

CZ Dove avete studiato Architettura? La riconoscete ancora come una scuola cui fare riferimento nella vostra pratica professionale o avete preferito guardare anche oltre? Dove? SG, NR, GS La provenienza dalla Facoltà di Architettura di Ferrara ha sicuramente influenzato il nostro cammino in quanto, oltre che ricevere lo stesso insegnamento, diversi sono stati gli esami che abbiamo affrontato comunemente; questo aspetto ci ha permesso di entrare nel modo del professionismo con filosofie progettuali e relazionali già consolidate durante il percorso universitario. Come più volte abbiamo ripetuto in diverse conferenze, pensiamo che non si possa fare architettura solo dall’architettura, ma che occorra dialogare con altre arti, scienze e discipline umanistiche, per realizzare un buon progetto. Nell’epoca contemporanea, la figura dell’architetto non può dare in modo individuale risposte ad una società che si modifica continuamente, creando nuovi immaginari spaziali e nuovi stili di vita; la sua contemporaneità si manifesta nella capacità di rinunciare al possesso dell’opera, a favore di una più ampia conoscenza comune.

CZ Il passaggio dagli studi al lavoro com’è avvenuto e qual è stato il divario che avete dovuto colmare? E’ avvenuto con una pratica empirica o vi siete avvalsi dell’esperienza di altri studi? SG, NR, GS Diverserighestudio è stato fondato nel 2003 ad un anno e mezzo dalla Tesi di Laurea. Il passaggio tra i due mondi è avvenuto in modo spontaneo per quanto riguarda la sfera progettuale, in quanto le prime commesse ci sono state affidate durante il periodo universitario; in forma traumatica riguardo la Direzione Lavori che riteniamo fondamentale per la riuscita dell’opera architettonica e della quale avevamo scarsa conoscenza. Abbiamo sopperito alle lacune facendoci affiancare nelle prime realizzazioni.

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© Diverserighestudio I CASALOGICA, Altedo di Malabergo, Bologna, 2009.

CZ L’attenzione alla sostenibilità energetica ed ambientale sembra far convergere l’architettura contemporanea verso un indirizzo comune, in una rifondazione disciplinare, in una nuova sorta di globalizzazione “modernista”: come vi collocate di fronte a questa prospettiva? Avvertite il rischio? SG, NR, GS Pensiamo che per la maggioranza degli addetti ai lavori la corsa alla sostenibilità energetica sia stata imposta dalle logiche di mercato, con l’avvento della classificazione energetica. Questo processo è stato fondamentale per rivoluzionare il pensiero della classe imprenditoriale che è stata costretta ad associare alla parola sostenibilità energetica la parola vendita. Per quanto riguarda la nostra professione, quella di architetti, riteniamo che l’essere sostenibile sia condizione etica. L’architetto è sostenibile per definizione e già Marco Vitruvio Pollione nel De Architectura nel I secolo A.C lo sosteneva. La nostra ricerca professionale sulla  sostenibilità inizia nel 2003, con la progettazione dell’edificio denominato Corte Campadelli, vincitore del Premio Internazionale Architettura Sostenibile Fassa Bortolo, nel quale si concentrano più aspetti, oltre che quelli energetici tanto di moda attualmente, anche paesaggistici, materici, di know how passivo, impiantistici, di ciclo di vita delle materie prime e di relazione. Pensiamo sia importante l’influenza morale che ha prodotto questo atteggiamento sostenibile globale che esprime opere differenti, sia dal punto di vista compositivo che tecnologico, in quanto differenti sono i contesti culturali e climatici.

CZ I materiali ed i colori come si legano alla forma ed ai luoghi in cui ambienti i vostri progetti? Cercate una continuità possibile o la straniazione? SG, NR, GS Pensiamo non esista una sola modalità, dipende dal progetto, dal luogo, dalla funzione, dal contesto.

CZ Lo spazio pubblico, che ha fatto unica la città di Bologna, è da molto tempo non più oggetto di attenzioni progettuali particolari: è cambiata la città oppure il privato ha avuto il soppravvento sul sociale, spostando l’attenzione su altri territori? SG, NR, GS Liberalizzazione delle differenze, pluralità di linguaggi, moltiplicazione delle forme di vita, non possono essere contemplate da una architettura che assimila al concetto di limite quello di proprietà privata. L’architettura contemporanea deve avere la lungimiranza di osservare tutto quello che accade al di fuori dell’area di intervento, relazionarsi con le virtù e le criticità della città, una architettura che si interessa alle relazioni non contempla il concetto di confine. Nelle metropoli i confini sono invisibili perché si vogliono ampliare le possibilità istantanee, ossia differenti flussi che si muovono simultaneamente; la loro caratteristica principale è che città e flussi continuano a mutare permettendo ai diversi ceti di interagire creando spontaneità e controculture. L’Italia è un paese conservatore, con una mentalità utilitaristica talmente dominante che altre forme dell’agire sono diventate inammissibile, Bologna inclusa. Ne consegue che continuiamo a progettare la seconda fascia urbana secondo principi urbanistici legati al concetto di esclusività invece che proporre una architettura elastica rispetto al mutare delle relazioni e degli stili di vita. É un problema serio.

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© Diverserighestudio I Cas(b)a, progetto residenziale non realizzato.

CZ La progettazione residenziale costituisce l’attività prevalente per molti: questo propone la possibilità di elaborare modelli abitativi aggiornati o solo riconfigurati in base a modelli stilistici correnti? SG, NR, GS Mentre si nota un retaggio culturale arretrato rispetto all’uso dei materiali, pensiamo che lavorare sulla tipologia sia veramente una delle poche strade percorribili da tutti per fare una buona architettura; pensiamo che, tra tutte le forme di aggregazione possibili attualmente, la dimensione del co-housing, che è nata principalmente in modo spontaneo e senza l’aiuto delle Istituzioni, diverrà ben presto, così come è accaduto per le certificazioni energetiche, un modello abitativo con cui l’imprenditoria locale dovrà confrontarsi, fortunatamente, rapidamente.

CZ La dimensione metropolitana di Bologna fino a che punto riesce a condizionare quella diffusa degli insediamenti della provincia, oppure è possibile immaginare altrove una dimensione tutta localistica ed autonoma? SG, NR, GS Bologna non è una città metropolitana.

CZ Se l’architettura può essere definita “plasmare dei luoghi per delle persone”, qual è allora l’atteggiamento del progettista di fronte ad una committenza “virtuale”, cioè mediata da figure d’intermediazione, “commerciali” insomma? SG, NR, GS Uno degli obiettivi del nostro lavoro, quando ci rapportiamo con interventi conseguenti alle logiche di mercato, è analizzare tali conflitti per tramutarli in una soluzione che vada oltre il problema, ossia trasformare l’elemento di contrasto in punto di forza per la progettazione. Come? Significa, prima di tutto, attivare processi creativi nella committenza, portandola ad un livello si coscienza capace di comprendere le reali problematiche dell’architettura. Diviene fondamentale comprendere che questo è il luogo in cui oggi nascono la maggior parte dei progetti urbani. Educare tali soggetti attuatori significa diffondere cultura architettonica agli individui che vivranno quegli spazi. Diffondere cultura architettonica dovrebbe essere il primo punto di un manifesto bolognese.

CZ La qualità dell’architettura che si sta facendo a Bologna ritenete si possa paragonare con quella che si fa nel resto d’Italia o esiste una differenza, qualitativa e/o quantitativa e come la motivate? SG, NR, GS Pensiamo che il problema qualitativo sia nazionale, quello quantitativo principalmente del nord Italia. Sarebbe opportuna una politica urbana che investa risorse su aree da rianimare, di riuso o di trasformazione, ma che impedisca di sottrarre altro terreno fertile all’agricoltura; rianimare luoghi esistenti, spazi abbandonati appartenenti alle città e sopravvissuti al mercato. La società, in un momento di crisi strutturale, ha la possibilità di suggerire un altro cambio di morale che avvicini il cittadino alla cultura della manutenzione continua della città, creando un senso di appartenenza e rispetto dei luoghi comuni.

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© Diverserighestudio I Cas(b)a, progetto residenziale non realizzato.

 

Diverserighestudio. Gli architetti Simone Gheduzzi, Nicola Rimondi e Gabriele Sorichetti svolgono attività di ricerca sul tema dell’abitazione collettiva, con diversi progetti realizzati ed in corso di realizzazione e collaborano con istituzioni pubbliche e private occupandosi di sociologia urbana applicata al progetto e di sostenibilità ambientale e paesaggistica. Vincono il ‘Premio Internazionale Architettura Sostenibile 2007’, la ‘Menzione d’Onore al Premio Nazionale Arches 2008’, il ‘Premio Europeo U33’ al Festival dell’Architettura di Parma 2005, sono tra i selezionati per la fase finale del ‘Premio Nazionale INARCH’ III edizione [2009] e IV edizione (2011) e tra i vincitori di ‘27 37 Rassegna Internazionale di Giovani Architetti Italiani 2010’. Progetti dello studio sono stati esposti alla ‘XII Mostra Internazionale di Architettura di Venezia’ (2010) e all’’Esposizione Universale di Shanghai’ (2010).

 


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