Architetture contemporanee per Bologna: Ma Bologna dov’è?

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“Architetture contemporanee per Bologna”. La locaandina.

Possono essere coincidenze o casualità. Ma la mostra di “Architetture contemporanee per Bologna” ( visitabile dal 6 al 31 maggio 2011 presso l’Istituto Istruzione Professionale Lavoratori Edili Bologna e Provincia in via del Gomito 7) sembra suggerire diverse metafore alla situazione dell’architettura in città. Esiliata in posizione periferica (a nord della citta’), lontana dalla gente e nascosta, ospite aulica dell’istituto edile (IIPLE – Istituto Istruzione Professionale Lavoratori Edili Bologna e Provincia) col quale trova, più che un dialogo, un contrasto. Infatti la si scopre sul soppalco, a dominare la pratica edilizia, che sotto, vicina ma lontanissima, insegna a costruire muri in mattoni e archi; la mostra ci parla di un’accademia elitaria, colta e distante, che, per ora, non riesce a rapportarsi troppo con la realtà della costruzione, nè con la gente comune che abita l’architettura e che, forse anche per la distanza del luogo, non viene a visitare l’architettura contemporanea bolognese. Perché non avviene questo incontro? Per chi è pensata questa mostra? L’iniziativa – organizzata su iniziativa di un critico, Luigi Prestinenza Puglisi e la AIAC (Associazione Italiana Architettura Critica) e patrocinata dalla Provincia di Bologna, il SAIE, l’IIPLE, la rivista di architettura THE PLAN,  ancora una volta si rivolge agli architetti, che fra loro si confrontano, competitivi uno verso l’altro, e mostrano muscoli e potenze di idee, gusto grafico, capacità compositiva, architetture belle e ricercate, bei plastici, render accattivanti. Ma a chi si rivolgono questi architetti? Ai critici? Perché non si trova un dialogo con le persone, specie giovani, in cerca di casa? Qual è il fine dell’esposizione? La mostra stessa, qualche articolo, entrare nella recensione degli architetti bolognesi?

Allora, vediamo chi c’è a Bologna. Gianluca Brini, Leonardo Celestra, Mario Cucinella, Diversirighestudio (Simone Gheduzzi, Nicola Rimondi e Gabriele Sorichetti), Enrico Iascone, Massimo Iosa Ghini, Andrea Trebbi, Giorgio Volpe, Claudio Zanirato. Diciotto progetti (e alcune realizzazioni, due lavori per autore) interessanti e dal linguaggio aggiornato. Bei plastici, cinque opere pubbliche, il resto case private. Brevemente: Zanirato presenta realizzazioni degli spazi pubblici di Zola Predosa: stazione, municipio, ponte pedonale, piazza con fontana e progetto del nuovo centro (pubblico e privato) di Monterenzio. Volpe si dedica principalmente alla residenza, con soluzioni innovative e a basso consumo (via Podgora e via Andrea Costa). Trebbi, fra i tanti interventi realizzati, sceglie di presentare il recupero dell’ex cinema Apollo e l’ampliamento di un presidio sanitario a Pianoro. Josa Ghini progetti di design: il futuro del people moover e la realizzazione del Ferrari Factory Store. Jascone presenta residenze a Sassuolo, integrate col verde secondo la sperimentazione dell’edificio biscia (visto altre volte). Poi un edificio di ampliamento a una fabbrica privata. Case ecologiche di Diversirighestudio, Municipio di Cucinella presentato con foto interessanti di un utilizzo pubblico, probabilmente l’inaugurazione. Elitarie case collinari di Celestra, ristrutturazioni aggressive di Brini.

Tutti edifici intelligenti ed eleganti. Studiati e ben rappresentati. Ma si sfogliano solo un po’ superficialmente, dall’esterno. E’ difficile fare una mostra di architettura. Si avrebbe voglia di percorrerne gli spazi, di toccarne i materiali. Ci si vive bene? Sono costati di più della banale edilizia? Perché per ora rimangono un’eccezione da mostra? Poca educazione culturale (e specie architettonica)? Solo questione di tempo e questo sarà il futuro? Sarebbe interessante creare una mappatura: capire quanto sia percepibile nella realtà della città pubblica questa nuova architettura. Ringraziamo comunque questi architetti, che gratuitamente, hanno messo il loro lavoro e il loro impegno, che hanno fiducia nella contemporaneità nonostante tutto, e che ogni giorno ci mettono del loro e si spendono per qualcosa in cui credono. Ma Bologna dov’è?

La gente è lontana e non partecipa. Il tema non interessa? Non credo proprio, oggi quello della casa (e della città) è uno dei problemi che più da vicino colpisce la vita di tutti noi. Dai disegni esposti, si potrebbe trattare di un’altra città, queste architetture potrebbero essere ovunque. La sensazione è che il dialogo di questi pur bravi architetti è più rivolto ai colleghi internazionali che non ai concittadini. Quelle della mostra sembrano più pagine di concorsi in internet che cartelloni fisici finiti un po’ per caso in un soppalco di un edificio bolognese. Allora, forse, c’è bisogno di un ritorno alla realtà. Di trovare un dialogo fra architetti e abitanti.

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“Architetture contemporanee per Bologna”. L’allestimento della mostra all’interno dell’Istituto Istruzione Professionale Lavoratori Edili di Bologna.


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