Hong Kong Design Institute, una ‘piattaforma aerea’ sulla Junk Bay

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© Coldefy & Associés l Vista dell’istituto da King Ling Road.

A pochi mesi dalla sua inaugurazione, avvenuta lo scorso 25 novembre, lo Hong Kong Design Institute (HKDI) sembra essere già parte del paesaggio urbano di Hong Kong, città’ unica al mondo capace di metabolizzare edifici anche monumentali come quello dell’Istituto del Design. La struttura e’ infatti destinata ad accogliere fino a 4.000 studenti di discipline artistiche e multimediali, su una superficie di circa 42.000mq. Il complesso e’ il risultato di un concorso internazionale indetto nel novembre 2006. La gara – che ha visto nella prima fase la partecipazione di 162 partecipanti provenienti da 23 paesi – si e’ conclusa con la vittoria dell’atelier francese Coldefy & Associés, Architectes Urbanistes / CAAU, che era stato invitato a partecipare al livello successivo insieme agli studi Architecture Workshop (Giappone), Asiacity Limited (Hong Kong), Ryall Porter Architects (USA) e (il fu) 5Nove_architettura (Italia).

L’edificio si trova nel distretto di Sai Kung, ad est della penisola di Kowloon, di fronte alla Junk Bay. L’area dove sorge l’istituto e’ ad alta densità residenziale ed e’ servita sia dalla stazione metropolitana di Tiu Keng Leng (sulla Tseung Kwan O line) che da un terminal degli autobus. Commissionato dallo Vocational Training Council (VTC), lo HKDI ha come obiettivo quello di unificare in una sede comune l’insegnamento di diversi campus universitari di discipline artistiche (cinema, moda, disegno, musica digitale, fotografia, animazione 3D, disegno industriale, architettura di interni, stampa e grafica) – precedentemente sparsi per la città – e fare di questa un luogo dedicato alla creazione, al design e alla multidisciplinarietà.

Thomas Coldefy e Isabel Van Haute, sono gli architetti che hanno curato il progetto. Dopo l’aggiudicazione del concorso, all’inizio del 2007, si trasferirono per 5 mesi per entrare nello spirito del luogo e sviluppare la loro proposta, per coordinare le decisioni con gli altri partners tecnici (rigorosamente locali, come richiesto nel bando) e dialogare coi clienti. Tra gli studi locali facenti parte del team citiamo P&T Group che ha seguito lo sviluppo architettonico del cantiere, e ARUP Hong Kong che ha gestito la definizione dell’impianto strutturale. I lavori sono iniziati nel settembre 2007 per poi concludersi due anni dopo con un costo complessivo di circa € 78.200.000. Il progetto e’ stato sviluppato in 18 mesi, stesso tempo e’ stato speso per la sua realizzazione.

L’intero complesso, organizzato secondo una griglia strutturale di maglia 7.2m, e’ composto da tre parti: il “podium”, la “aerial platform” e le torri o “legs of eduction”, cosi’ nominate dai progettisti. A queste sono associate rispettivamente tre materiali costruttivi: il cemento per marcare la base dell’edificio, il vetro per enfatizza la leggerezza della piastra a sbalzo, e l’acciaio per esprimere la struttura portante.

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© Coldefy & Associés l La gabbia strutturale.

Il “podio”, che ha uno sviluppo di 7m rispetto al livello stradale, funziona come un “salotto urbano” in grado di favorire l’incontro e l’interscambio con spazi verdi interni ed esterni che comprendono anche due campi sportivi (pallacanestro e calcetto) e una piscina. Dalla sua base si accede a quattro auditorium, una caffetteria, uno spazio per gli scambi con l’industria del design, una sala espositiva. L’auditorium più grande con 700 posti e’ adibito a conferenze, seminari, concerti, sfilate di moda e altre forme di spettacolo.

La “piattaforma aerea” è una piastra quadrata (100×100 m), una scatola minimal sviluppata su due piani che – come dice Coldefy – rappresenta la metafora del “foglio bianco” (“Bringing together and then presenting the multidiscipline nature and targets of the future Institute of Design”), ovvero il potere dell’idea presa nel momento che precede la sua rappresentazione, lo spazio infinito in cui si raccolgono/incontrano i contributi creativi espressi della interdisciplinarità della scuola. Questa piastra ospita la biblioteca, i locali dell’amministrazione, gli spazi associativi ed un tetto giardino con campi da tennis a disposizione degli alunni e dei visitatori. Per poter mettere in opera questa enorme terrazza sono state sviluppate diverse soluzioni costruttive seguite da verifiche accurate, il tutto nell’ambito del time frame del progetto.

Le torri ospitano i collegamenti verticali e gli spazi didattici facenti capo ai dipartimenti principali (Design, Moda e Materiali tessili, Stampa e Media Digitale, Multimedia e Tecnologia Internet). La staticità complessiva delle torri e’ costituita dalla struttura a “diagrid” (diagonal grid) che in senso orizzontale si integra con travi-solai in cemento armato. Tale soluzione tecnica, oltre a ridurre l’utilizzo di colonne e pareti, garantisce un’eccellente rigidità laterale che permette di supportare la piattaforma a sbalzo penetrandola, e dare appoggio alla lunga scala mobile di 60m che dal podio arriva alla piastra. Per questa sua caratteristica strutturale, lo HKDI e’ senza dubbio un progetto pilota per Hong Kong.

L’edificio convince per la risposta pedagogica ottenuta con un impianto che, stravolgendo la tipologia tradizionale di un edificio per l’insegnamento, crea nuove gerarchie spaziali a favore di una multidisciplinarietà che e’ la ragione di questo istituto. E’ un edificio audace che si impone in modo costruttivo nei confronti del quartiere in cui sorge con un insolita monumentalità’ orizzontale, un “gigantismo” austero espresso dai materiali impiegati, che fa di questo edificio un “elemento alieno”, rispetto alla verticalità diffusa di Hong Kong, ma capace di reinterpretare spazialmente il quartiere dandogli un centro di riferimento attorno al quale organizzarsi. Il progetto ha vinto il Prix Tour Eiffel 2007 e nel 2010 Thomas Coldefy e Isabel van Haute si sono aggiudicati il premio “Europe 40 under 40” dallo European Centre for Architecture Art Design and Urban Studies insieme al The Chicago Athenaeum: Museum of Architecture and Design. Lo studio CAAU ha da poco aperto una nuova sede in città’ con l’obiettivo di entrare nel mercato cinese sicuro di poter dare un contributo alla realizzazione di architetture sostenibili in Cina.

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© Coldefy & Associés l Viste degli spazi distributivi e di collegamento.


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