Evelyn Grace Academy: ‘We shape buildings and then they shape us’

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© ZAHA HADID ARCHITECTS l Evelyn Grace Academy. Planimetria generale.

Lo scorso settembre all’inaugurazione della Globe Academy nel borough di Elephant and Castle (progettata dallo studio Amanda Levete Architects) il Ministro dell’Educazione, il conservatore Michael Gove, ha citato nel suo discorso una nota massima di Winston Churchill: “‘We shape buildings and then they shape us”. Per quanto questa frase possa risultare un po’ beffarda, perché’ pronunciata da colui che da poco ha dismesso il Building Schools for the Future (BSF) – l’ambizioso programma di ristrutturazione del sistema scolastico superiore del valore di 55 miliardi di Sterline voluto dal precedente governo laburista –  essa si addice molte bene ad introdurre un’altra scuola apertasi negli stessi giorni, la Evelyn Grace Academy, un istituto scolastico costruito a Brixton, amministrazione locale di Lambeth a sud di Londra, nonché’ prima opera realizzata dallo studio Zaha Hadid Architects in suolo britannico.

Sebbene sia stato aperto il 13 Settembre, ai giornalisti e’ stato concesso di visitare l’edificio solo in questi ultimi giorni; forse perché’ le attrezzature sportive esterne, che fanno da corredo all’accademia, sono ancora in via di completamento, come il grande campo da calcio che si affaccia su 255 Shakespeare Road. Finita e sgargiante e’ invece la pista dei 100 metri che taglia il sito in diagonale ricucendo visivamente le due  “residential arteries” al cui centro si trova la scuola. I lavori cominciati agli inizi di Gennaio 2009 si completeranno ufficialmente il 29 Ottobre. Il team professionale che ha lavorato al progetto comprende oltre agli architetti di Zaha Hadid, Capita Symonds che e’ il project manager, Davis Langdon che e’ il consulente sui costi ed Arup che ha progettato gli impianti e le strutture.

In questi anni siamo stati abituati a vedere l’inaugurazione di edifici prestigiosi per clienti altrettanto prestigiosi firmati dallo studio gestito dal celebre architetto di origine irachena e del suo socio, il dinamico Patrik Schumacher. Oggi invece testimoniamo il battesimo della loro prima architettura Made in UK a Coldharbour Ward (a pochi minuti dalla stazione di Brixton), un’area che, a detta del quotidiano The Observer, e’ ancora una delle più pericolose in Europa. Effettivamente nel 2003 The Independent, altra nota testata inglese, aveva denunciato la presenza, nel distretto dove oggi sorge la scuola, di un alto numero di pericolosi “Yardies” (termine inglese che traduce gangsters di origine jamaicana) che all’epoca seminavano il terrore con le loro bande di giovanissimi. In questi ultimi anni Brixton sta cercando di cambiare pagina e questa scuola può’ innescare senza dubbio un processo di riscatto sociale per questo distretto londinese.

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© Hufton + Crow l Evelyn Grace Academy.

L’accademia – sponsorizzata dalla Absolute Return for Kids (ARK), un’istituzione benefica internazionale che dal 2004 collabora, insieme agli enti locali, col Department for Children, Schools and Families (DCSF) per aiutare nel loro percorso formativo quei giovani più’ svantaggiati  delle comunita’ – ospita al suo interno due strutture scolastiche a formare quattro scuole (due medie e due licei) per un totale di 11,000 mq di spazi didattici e 1.4 ettari di attrezzature per lo sport. Il complesso, sviluppato su quattro livelli, serve 1200 studenti che in certe ore della giornata si incontrano utilizzando spazi collettivi che oltre a rendere la struttura complessiva più flessibile, permette di ridurre i costi di gestione nonché’ agevolare la vigilanza dei ragazzi. Il pian terreno accoglie tutti i servizi comuni, fruibili anche dal resto della comunità in orari extrascolastici. Altre strutture condivise, come le sale comuni e laboratori scientifici, sono situate nella zona centrale del 2 ° e 3 ° piano. Il primo e secondo piano ospita le scuole medie, mentre il terzo livello si trovano i licei.

In questo edificio ritroviamo la ricerca che Zaha Hadid conduce da anni, ma qui per la prima volta questa e’ stata applicata ad un luogo per l’insegnamento. Lo sguardo con cui la progettista crea la sua architettura è costruito attorno ad una concezione distorta o dinamica dello spazio che lei controlla e costruisce mediante deformazioni generate da spazi curvi, punti focali multipli ed angoli visivi estremi che, insieme, danno vita a quella sua inequivocabile “Estetica del Movimento” capace di traduce i principi dell’informazione, dell’elettronica, della computerizzandone e dei flussi di dati con cui noi viviamo quotidianamente. Il concetto di spazio, come entità assoluta, anche qui viene messo in discussione, scardinando la prospettiva da un unico punto di vista per indagare la compresenza di diversi tipi di esperienza spaziali. E’ un’architettura che va al di la’ dell’edifico stesso perché’ le forze centrifughe che si rincorrono lungo gli scivolamenti dei piani si aprono al paesaggio trasformando linee in solidi che possono essere manipolati, cosi’ come appaiono a noi, solo da forze esterne, da fenomeni naturali. Per questo i suoi edifici sono oggetti che non si inseriscono nel paesaggio, ma ne genera di nuovi.

Ad una prima vista la scuola appare come un corpo lineare e compatto, anche se orientato trasversale rispetto agli assi stradali che definiscono il sito. Ma poi, subito dopo si distinguono le sollecitazioni a cui il manufatto e’ sottoposto: la scomposizione, lo slittamento e la sovrapposizione dei volumi, che avviene lungo piani verticali, orizzontali e obliqui; il dinamico riaggregarsi degli stessi grazie a campi di forze di diversa intensità che insieme al conflitto tra gli “angoli volanti” in cemento, le forme rettangolari delle classi, i corridoi curvi e le variazioni volumetriche definiscono uno spazio mutevole organizzato lungo un percorso capace di dare, a chi lo percorre, un senso di sorpresa. Le ampie superfici vetrate (qui realizzate dalla Schüco) comunicano che questo non e’ un riformatorio, ma un luogo di formazione con un proprio intrinseco significato innovativo. A differenza di altre scuole recentemente realizzate a Londra, dove l’uso negli interni del “colore ad arcobaleno” (più’ adatto alle scuole materne che ai licei) e’ diventato un accorgimento decorativo più’ che uno strumento di composizione spaziale, in questa scuola la gamma ti tonalità’ e’ ridotta a tre – due verdi e un giallo. Qui l’architettura tratta gli scolari come adulti e si aspetta che questi si comportino come tali.

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© Hufton + Crow l Evelyn Grace Academy.


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