Creative killings / Crimini invisibili

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 © arcomai l Le telecamere guradano dall’alto lo spazio pubblico londinese. Copertina del romanzo 1984 di Gorge Orwell.

Londra è un grande puzzle urbano fatto di tante piccole “londra” tutte riconoscibili da un proprio codice postale senza il quale è pressoché impossibile orientarsi/muoversi. Dentro questo enorme gioco di società il mercato immobiliare detta le regole manipolando l’identità, i colori, le economie dei luoghi e con essi la vita, le abitudini, la mobilità delle persone. L’aggiudicazione delle Olimpiadi del 2012 ha dato nuovo impulso all’industria delle costruzioni. Come in un gigantesco Monopoly vivente la città cambia, giorno dopo giorno, sotto i nostri occhi contribuendo ad alimentare quel senso/piacere di work in progress che fa di questa conurbazione una dimensione unica ed entusiasmante. Ma esiste anche un’altra Londra: quella invisibile/immateriale ripresa da “milioni” di telecamere sparse ovunque che tutte insieme costituiscono la più grande infrastruttura leggera d’Europa. Camminare per la città è come guardarsi allo specchio ogni volta che si incrocia lo “occhio meccanico” che con discrezione è puntato ininterrottamente su marciapiedi, stazioni, piazze, parchi, cimiteri, mercati, stadi, ospedali, università, strade, negozi, uffici…

Qui si dice che non esiste un metro quadro della metropoli che non sia coperto dal sistema di television cameras. Vera o no questa storia, di sicuro ognuno di noi è osservato da quando esce dalla propria abitazione sino a quando ne fa rientro. È una presenza che non chiude mai le palpebre tanto che, una volta a casa, si ha ogni tanto la sensazione di essere osservati; d’altronde perché non sgranchire l’obiettivo dando uno sguardo ad altezza finestra dopo aver fissato lo stesso marciapiede tra la Kingsland Road e la Dalston Junction per tutto il giorno. Satelliti spia, monitoraggi continui, telecamere a raggi infrarossi, sistemi ultra segreti che permettano un costante controllo della vita della metropoli affinché corpi speciali della polizia possano intervenire nel minor tempo possibile e porre fine ad ogni crimine. Questa è oggi la formula che rende una città un ambito collettivo efficiente, un’entità sociale che funziona anche senza l’architettura perché il BIG BROTHER IS  WATCHING YOU e quindi il resto non importa!

Gorge Orwell (pseudonimo di Eric Arthur Blair) in 1984 (il titolo è ottenuto invertendo le ultime due cifre del primo anno della stesura avvenuta poi pubblicato nel ‘49) anticipa di mezzo secolo la città che oggi noi abitiamo, rendendo banali le fantasie elaborate negli studios di Hollywood o le visioni standardizzate degli urbanisti che per decenni si sono cimentati nel pensare la città del futuro. Nel libro del grande scrittore britannico a Londra (capitale dell’Oceania che insieme ad  Eurasia ed Estasia si contendono il potere sulla terra) la società, amministrata secondo i principi del Socing (il socialismo inglese), è governata da un onnipotente partito unico con a capo il Grande Fratello, un personaggio che nessuno ha mai visto e che tiene costantemente sotto controllo la vita di tutti i cittadini. I suoi occhi sono le telecamere che spiano la vita di qualsiasi cittadino e il suo braccio d’azione la psico-polizia che interviene in ogni situazione sospetta. IL GRANDE FRATELLO TI STA GUARDANDO e quindi stai attento a non sbagliare!

Ecco che la parola “spazio pubblico” – in queste condizioni – assume inevitabilmente una connotazione tutt’altro che convenzionale – tanto meno rassicurante – e con esso il concetto di open space che sarà sì aperto ma forse per offrire miglior campo visivo al supervisore a circuito chiuso. Poiché siamo tutti attori inconsapevoli di un grande film, mi piace credere che chi progetta oggi la città lo fa da dentro una sorta di laboratorio segreto come quello installato all’interno del Griffith Park Observatory di Los Angeles nel film di Wim Wenders dal titolo Creative killings / Crimini Invisibili (1997). È dentro quella torre che – tralasciando la trama – Ray Bering, ex scienziato della Nasa, mette a punto un sistema finalizzato a controllare/porre fine alla violenza dilagante in tutti gli strati della società. Questo progetto non sarà salutare per lui ma permetterà a chi è sopra di osservare liberamente lo spazio aperto che è pubblico perché quello privato è morto. Chi l’ha assassinato a nessuno è dato scoprirlo!


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