Ibridazioni urbane

La banda comunale schierata. Gli ottoni tirati a lucido, che con il loro suono metallico danno corpo ed emozione all’evento. Un’intera comunità che risponde all’invito. Persone incuriosite spiano dai vetri, altre che si alzano sulle punte per osservare cosa succede qualche metro più avanti. La voce del sindaco che, vestito di fascia tricolore, con voce emozionata si rivolge ai suoi cittadini e alle autorità presenti. Un paio di forbici, il suono sordo del nastro che cade. I flash delle macchine fotografiche. La gente che entra. Un signore guarda l’orologio: sono le 16:35. È iniziato il primo giorno di vita dell’auditorium di Zola Predosa.

20060530_01

 © claudio zanirato l Finiture esterne del municipio di Zola Predosa: le due facciate tronche incomplete sono state rivestite con trafilati di laterizio e strette tra due speroni in aggetto, mentre il basamento si caratterizza con nuove murature e scalinate rivestite di porfido.

L’auditorium polifunzionale di Zola Predosa va ad arricchire i recenti interventi architettonici della sede municipale progettati dallo Studio d’architettura Claudio Zanirato con No Gap Progetti. L’opera fa parte della prima fase d’attuazione del Piano Particolareggiato d’iniziativa pubblica C7, per la riqualificazione architettonica ed urbanistica dell’area centrale del capoluogo bolognese. Nel 1998 l’amministrazione comunale aveva indetto un concorso d’idee sul ridisegno del centro cittadino, che ha portato l’anno successivo alla creazione di due distinti Piani Particolareggiati, a traduzione del progetto di Claudio Zanirato, risultato vincitore. Il piano terreno della sede comunale, precedentemente utilizzato a parcheggio dei veicoli dell’amministrazione, è stato oggetto di quest’intervento, attraverso il suo completamento e la sua riconversione a sistema di sale-auditorium multifunzionali e stazione ferroviaria. L’edificio comunale, infatti, faceva parte di un ambizioso progetto, di cui si è realizzato solamente una parte ridotta, verso la fine degli anni ’80, che prevedeva la costruzione d’altri edifici pubblici contermini, a destinazione privata e commerciale. Il progetto consisteva in un edificio-castello anulare, con una grande piazza-corte al suo interno in parte rialzata e proponeva la creazione del nuovo centro cittadino, impiegando in  modo “estremo” alcune suggestioni linguistiche dell’epoca.

20060530_02

© claudio zanirato l Vedute del foyer, del deambulatorio e della sala dell’auditorium di Zola Predosa: le strutture esistenti hanno condizionato il disegno degli ambienti e l’impiego di nuovi materiali ne hanno consentito la caratterizzazione in piena autonomia formale; la presenza di pareti mobili basculanti consentono la piena relazione spaziale tra foyer, sala e palcoscenici.

Di fronte a questa impegnativa preesistenza incompiuta, l’architetto ha così intrapreso una scelta di necessaria rottura linguistica, intervenendo attraverso una delicata e raffinata distinzione architettonica, basata non sulla negazione totale dell’esistente, ma sulla contrapposizione tra la nuova architettura e quella passata. Da una lettura planimetrica si nota come le geometrie del nuovo intervento, basate sull’utilizzo della linea retta e dell’angolo retto, si vadano a sovrapporre a quelle generate da direttrici curvilinee e concentriche del vecchio impianto. Un’attenta operazione di ritaglio spaziale tra la selva di pilastri in c.a. esistenti, ha definito tre sale strettamente connesse, spazialmente e formalmente tra loro. La prima sala, la più grande, destinata ad auditorium gradinato, è capace di contenere fino a 216 posti a sedere ed è dotata di foyer e di palcoscenico. La seconda, intermedia, destinata ad uso ridotto e prove, è anch’essa gradinata per 60 posti. La terza creata per le attività corsuali, è l’unica che si sviluppa su un’unica quota ed è ancora più piccola.

Una chiara volontà di distinzione emerge anche nella scelta dei nuovi materiali che si contrappongono al grigiore e alla freddezza del calcestruzzo presente nella struttura rimasta in vista.  L’acciaio e il vetro, che segnano e caratterizzano l’entrata e l’accesso alle sale del foyer, illuminano con i loro gioco di riflessioni questo ambiente, per natura e conformazione buio, amplificando così la limitata luce naturale e riducendo quella artificiale. Il legno, che avvolge e riveste i muri, gli arredi e i soffitti, da’ calore e qualità acustica all’intervento, nobilitandolo. Quest’ultimo materiale naturale è usato in due differenti cromie, chiaro-scuro, in cui la loro scansione, facendo predominare una sull’altra, segnala la diversificazione funzionale interna e la loro alternanza spaziale, ed in cui le fughe delle pannellature sono differenziate, accentuandone le profondità.

20060530_03

© claudio zanirato l Pianta del paino terra con evidenziati con colore gli spazi oggetto del primo intervento (giallo) e le altre parti che sono in corso di attuazione.

L’auditorium va ad inserirsi in questa serie di nuovi interventi che hanno caratterizzato in questi ultimi anni il comune bolognese, e che sicuramente ne caratterizzeranno il futuro. Zola Predosa ha intrapreso un percorso di modifica e di rinnovamento spaziale funzionale dei suoi spazi pubblici, iniziato con la stazione ferroviaria della linea Bologna-Vignola, da poco riattivata dalla provincia come linea metropolitana di superficie, e il completamente interno ed esterno della sede comunale, che continuerà con la realizzazione della biblioteca e del centro culturale e giovanile, in un tutt’uno continuo. Un nuovo modo di vivere questi spazi, non più come singoli episodi indipendenti tra loro ed incuranti dei rapporti spaziali e percettivi con l’intorno, ma come un continuo architettonico che coinvolge il tutto in un unico sistema. Il municipio ritrova finalmente la sua vera identità , trasformandosi da semplice spazio contenitore d’uffici ad elemento cuore vitale e culturale della comunità, in grado di inglobare dentro se più funzioni e di diventare luogo d’incontro.

20060530_04

© claudio zanirato l Le banchine della stazione ferroviaria di Zola Predosa sono tangenti alla sede comunale: la pensilina centrale si caratterizza per il “profilo alare” e l’impiego del legno con inserti vetrati; gli spazi tecnici, d’attesa, di servizio e di collegamento con il sottopasso sono stati ricavati tutti all’interno del municipio.

La stazione diventerà l’ingresso principale al nuovo sistema pubblico di Zola Predosa per chi arriverà dal comprensorio bolognese. Locali della nuova stazione ferroviaria trovano spazio e nuova identità all’interno della sede comunale, creando così un sistema di percorsi pubblici in cui non si è più in  grado di distinguere l’interno dall’esterno. Da questi è possibile accedere direttamente agli uffici comunali, ma anche all’auditorium che si inserisce in questa nuova logica di collegamenti; dal suo foyer partirà la nuova scalinata che lo collegherà al futuro centro culturale e giovanile.

20060530_05

© claudio zanirato l La nuova stazione di Zola Predosa, della ferrovia Bologna-Vignola facente parte del SFM, si trova esattamente all’interno del municipio cui il tracciato ferroviario è tangente e da cui è possibile accedere anche all’auditorium ed al nascituro centro culturale e giovanile, inoltre è anche una delle porte d’ingresso al costruendo parco campagna: rappresenta pertanto un esempio di riqualificazione urbana generata dalla riattivazione della ferrovia.

Il piazzale antistante il municipio è in fase di nuova definizione e trasformazione. Da semplice parcheggio, attraverso i recenti e i futuri interventi, sta acquistando valenza di piazza civica. Questo è stato possibile attraverso il completamento delle due ali rimaste incompiute del precedente impianto municipale e attraverso la realizzazione del nuovo ingresso agli uffici e alla sala consigliare, per mezzo di un corpo scala centrale esterno, compreso tra una controparte curva basamentale ed una parete rettilinea. Dalla piazza è possibile accedere direttamente al foyer del nuovo auditorium, alle rampe che conducono alla nuova stazione e al parco-campagna comunale, inserendosi in questo nuovo sistema di collegamenti continui. Percorrendo il sistema di spazi pubblici di Zola Predosa si percepisce l’unità di questo nuovo intervento pensato e creato con una visione spaziale unica, in cui i vari elementi funzionali, realizzati e realizzabili in fasi successive, si integrano e si completano tra loro. È possibile leggere una continuità architettonica data da una coerenza formale unitaria ottenuta sia da un controllo su grande scale, sia nell’attenzione per il dettaglio.

Un’architettura in cui si possono distinguere elementi ricorrenti che richiamano altri spazi, rendendo episodi separati simili tra loro. Il bancone del foyer richiama i tavoli della sala consigliare, in entrambe è utilizzato il tema della dinamicità che, attraverso un  sistema con perno di rotazione a compasso, permette di dare risposte differenti alle varie necessità che questi spazi richiedono. L’utilizzo delle pareti verticali che evocano una tessitura, alcune basculanti attraverso perni metallici fissati nella struttura verticale, sono presenti sia nelle stazione che nell’auditorium. La continuità è resa possibile dalla ricorrenza dell’utilizzo degli stessi materiali sia per l’interno, che per l’esterno. Il legno bicromo di betulla e ciliegio, domina gli interni, riveste le pensiline della stazione, crea partizioni, e sottolinea il gemellaggio con la cittadina svedese di Timra. Il porfido prevale nell’esterno, è usato nel rivestire il nuovo ingresso al municipio, sottolinea i percorsi pedonali esterni e le pareti murarie della stazione. L’acciaio inox è usato per evidenziare i particolari, da forza, la struttura ed il movimento agli arredi.

Zola Predosa individua così un evidente potenziale nel nuovo piano della mobilità provinciale in corso di approvazione e che ridefinirà il suo ruolo, grazie alla riattivazione della linea ferroviaria Bologna-Vignola come linea metropolitana di superficie e soprattutto alla nuova importanza del trasporto pubblico. Si inserirà così in questo nuovo sistema di rete infrastrutturale come polo culturale, per giovani e non solo, del comprensorio bazzanese bolognese.

Marco Benevelli si laurea in Architettura presso l’Università degli studi di Firenze, tesi in Progettazione Architettonica dal titolo “BOLOGNA: nuova linfa per i musei universitari”, relatori Prof. Loris Macci e Prof. Claudio Zanirato. Area scelta nell’ambito del Masterplan realizzato nel Laboratorio di sintesi finale in Progettazione Architettonica e Urbana: effetti insediativi indotti, nodo alta velocità città di Bologna, collegio docenti: Prof. A.Baratelli, Prof. L.Macci, Prof. U. Tramonti, Prof. C.Zanirato.


Back to Top