In Europa si viaggia con ”La Carta di Bologna”. Prima tappa: Darmstadt-Firenze

 ll’incontro, organizzato lo scorso 8 maggio nell’ambito della mostra SICHTEN NEUN _ Esposizione annuale della Facoltà di Architettura della dell’Università Tecnica di Darmstadt / TUD, dal titolo: Darmstadt-Firenze: due scuole di architettura a confronto,  Il Prof. Julian Wékel (Decano della Facoltà di Architettura di Darmstadt) ha presentato il “modello Darmstadt” ai colleghi dell’Ateneo fiorentino. Dal dibattito, tradotto in tempo reale dal Dott. Jacopo Venerosi Pesciolini, sono emerse analogie e differenze che dimostrano le diverse necessità da parte dei singoli paesi europei di applicare la riforma dell’università introdotta dalla Carta di Bologna nel 200.

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© arcomai l Il Prof. Marco Bini saluta l’illustre ospite tedesco a nome della Facoltà di Architettura di Firenze. Il Prof.Julian Wékel presenta al pubblico il “metodo Darmstadt”. Il preside della Facoltà di Architettura di Darmstadt risponde alla Prof.ssa Corinna Vasic Vatovec. Alla sinistra del Decano il Prof. Flaviano Maria Lorusso (coordinatore della tavola rotonda) e alla sua destra il Dott. Jacopo Venerosi Pesciolini (traduttore).

Non si tratta di un viaggio turistico con una tessera vantaggiosa ma l’incontro tra due scuole d’architettura, entrambe di lunga tradizione e di prestigio nazionale ed entrambe di fronte al cambiamento, dovuto e necessario. La Carta di Bologna, siglata nella città in cui è nata la più antica Università d’Europa, entrerà in vigore nel 2010 ed obbligherà ad avere un sistema d’insegnamento e d’accesso alla professione unificato nel sistema europeo. L’Italia, rispetto alla Germania, appare più avanzata nel percorso d’avvicinamento al risultato d’armonizzazione dei diversi sistemi, forse perché il nostro Paese si trovava a partire da più lontano rispetto a molte altre tradizioni comunitarie, e in più di una tappa si sono apportate modificazioni sostanziali agli ordinamenti d’insegnamento ed al funzionamento degli Ordini professionali.

Dall’incontro pubblico che si è tenuto lunedì 8 maggio, nella sede del Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura di Santa Teresa a Firenze, con il Decano della TUD Prof.Julian Wékel ed alcuni docenti fiorentini, sono emerse più analogie che differenze tra sistemi formativi e didattici messi a confronto, anche se le poche differenze ci sono parse di non poca cosa. Considerato oramai vetusto il corso di laurea a ciclo unico quinquennale in tutta l’Europa, in Italia si sta cercando di mettere a punto in più riprese il sistema a due cicli, triennio e biennio specialistico: la Germania si trova invece a dover abbandonare il sistema tradizionale del biennio formativo di base seguito de un triennio specialistico, insomma un vecchio 2+3 che assomiglia molto alla novità nostrana e che rende meno radicale l’adeguamento richiesto.

In tutto questo carosello di numeri il risultato finale non è però indifferente, non si tratta di una sommatoria algebrica dal prodotto identico: la combinazione tra le annualità ed i corsi di laurea influisce molto sul quadro formativo finale e sulle modalità d’accesso al mondo del lavoro. Infatti, dal momento che nella Comunità Europea l’esercizio della professione è ammessa solo con percorsi di studio di almeno quattro anni, significa che le lauree triennali, le così dette “lauree brevi”, come quelle da qualche anno attivate in Italia, non possono assolutamente dare accesso alla professione d’architetto in nessun Paese europeo, tranne che nel nostro, tant’è che sono state istituite apposite sezioni degli Albi professionali, con non meglio specificate limitate possibilità operative. Ed è per questo che in Germania si sta meditando se introdurre il sistema del 3+2 oppure un più professionalizzante 4+1: c’è da che riflettere anche dalle nostre parti!

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© arcomai l Inaugurazione della mostra SICHTEN NEUN _ Esposizione annuale della Facoltà di Architettura della dell’Università Tecnica di Darmstadt / TUD il giorno dell’inaugurazione. Il pubblico visita la mostra allestita all’interno di uno dei blocchi del dismesso penitenziario minorile, oggi una delle sedi della Corso di Laurea in Scienze dell’architettura.

Il dibattito aperto in entrambi i Paesi è anche sul rapporto e la prevalenza tra una formazione universitaria generalista (più umanistica) ed una specialistica (più professionalizzante). Anche la Germania deve affrontare i rigori economici di questi anni e per questo ha pensato di chiudere le piccole Facoltà o accorparle (vedi Sprechen, hören, sehen und staunen) e di puntare su una formazione più efficiente: nelle stesse condizioni, l’Italia si spera abbia invece finito di aprire nuove Facoltà d’Architettura un po’ dovunque ed in luoghi a volte improbabili, mentre la preparazione didattica punti sull’innalzamento del numero dei laureati nel più breve tempo possibile, a prescindere dalla qualità complessiva raggiunta.

L’Università di Darmastdt è stata la prima in Germania ad ottenere l’autonomia finanziaria e per questo ha pensato di investire nella ricerca, coinvolgendo anche gli studenti, su temi più tecnici che spaziali-costruttivi per la verità; in Italia l’autonomia è solo apparente e la ricerca polverizzata in mille rivoli, con risultati raramente incisivi e d’utilità. I temi progettuali affrontati dall’università tedesca sembrano essere sorprendentemente simili a quelli italiani: il riutilizzo e la trasformazione dell’esistente a scapito della nuova edificazione, le connessioni tra centro e periferia, l’attenzione al consumo energetico, alle nuove tecnologie ed ai nuovi materiali (solo che per loro il contatto è più “ravvicinato” che da noi), nel tentativo di saper interpretare i cambiamenti sociali in corso. In conclusione, il decano di Darmastdt ha affermato che lo sforzo profuso dalle facoltà d’architettura tedesche tende ad affermare ed esportare lo stile progettuale germanico, in Paesi emergenti come la Cina e l’Arabia, e fa pensare come invece in Italia c’è chi pensa di imporre la ”identità nazionale” dell’architettura come fattore d’autarchia. La Carta di Bologna deve pertanto far viaggiare l’architettura italiana oltre i confini limitati in cui è costretta ad operare e questi confini sembrano più interni che esterni. Buon viaggio!

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© arcomai l Inaugurazione della mostra SICHTEN NEUN _ Esposizione annuale della Facoltà di Architettura della dell’Università Tecnica di Darmstadt / TUD il giorno dell’inaugurazione. Il pubblico visita la mostra allestita all’interno di uno dei blocchi del dismesso penitenziario minorile, oggi una delle sedi della Corso di Laurea in Scienze dell’architettura.

 


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