Outlet: consigli per una gita fuoriporta

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© arcomai – Padiglione del Perù, Our Amazon Frontline.I manifesti pubblicitari affissi a Bologna invitano il pubblico all’inaugurazione dell’outlet di Barberino.

Un recente spot pubblicitario pensato come continuo procedere attraverso porte che si aprono su molteplici scenari a mio avviso bene mostra una condizione della contemporaneità che è quella di vivere per “montaggio” di realtà diverse: dal cambiare canale, al collegarsi in rete, all’essere bombardati da immagini pubblicitarie, allo spostarsi velocemente in aereo, auto, treno, ascensori; il nostro mondo è sempre più fatto di stanze, scatole, “finestre” avvicinate e ricollegate con nuove logiche, a volte casuali, dalle recenti possibilità di comunicazioni veloci; i tempi di attesa “fisici” fra questi scenari sono i “non luoghi” del transito veloce dove però pure viviamo: autostrade, cunicoli artificiali, tunnel metropolitani, ascensori e gallerie lunghissime dove ci infiliamo pur di connetterci velocemente  a luoghi-mete suggeriteci tali da logiche economiche. Abbiamo teoricamente a disposizione 2000 anni di storia di tempo e tutto il mondo (o forse più) di spazio per decidere fin troppo di frequente dove vivere, che ruolo recitare, dove spostarci.

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© arcomai – Retri degli outlet di Fidenza, Bagnolo, Barberino.

Penso che, in realtà, questa grande libertà di scelta a nostra disposizione sia apparente. La logica del consumismo, della riproducibilità illimitata delle immagini e dell’arte (suggerita come provocazione dalla Pop art e dalle stesse pubblicità per Barberino che richiamano opere celebri rinascimentali dalla dama con l’ermellino a Federico da Montefeltro)  diventa apparente possibilità per tutti, l’illusione che la percezione puramente visiva delle cose ce le possa far appartenere ci suggerisce di credere che possiamo avere una completa conoscenza dello spazio e del tempo nel breve periodo della nostra vita; in realtà non è affatto così perché se decontestualizzate e calate nella nostra cultura attraverso collegamenti casuali, luoghi e situazioni cambiano  profondamente di significato, diventando “altro”, facendoci perdere di essi la gran parte di informazioni e dunque di un possibile arricchimento. Ma, forse, invece, l’essere contemporanei è poter disporre e prendere dalla storia quello che ci serve oggi senza la memoria di tanti perché.

Per questo, probabilmente, decidiamo nel 2006 di costruire, nei pressi dello svincolo autostradale dell’A1 nel tratto Bologna-Firenze, uscita Barberino del Mugello, una città rinascimentale, ma senza poi alcun interesse per capire che cosa questa fosse, riproducendo in scale inferiori, tipo giocattolo, forme di architetture sottratte al loro contesto storico-geografico (dalla Fortezza da basso allo ‘Spedale degli Innocenti), ricostruite nella falsità di tecnologie, materiali e proporzioni.

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© arcomai – Mappa degli outlet: la copia, il potere della riproducibilità, arriva, dopo l’arte, non solo all’architettura, ma alla città; gli outlet stanno sorgendo in Italia in provincia ad imitazione dell’architettura delle città vicine: così è successo vicino a Bologna (Castel Guelfo), a Fidenza (Fidenza Village), a Mantova (Bagnolo San Vito), a Brescia (Valmontona), ad Arezzo (Forano della Chiana). Una nuova Italia giocattolo che ci ricorda l’Italia in miniatura, ottenuta col “copia incolla scala” sta sorgendo vicino all’autostrada, da visitare velocemente, a portata di tutti.

Gli edifici, infatti, sono alti solo un piano e mezzo essendo pensati per la sola attività di vendita a piano terra, inoltre i fronti disegnati sono tutti orientati lungo un percorso, giacchè manca il tessuto viario della città, mentre i retri, non visibili dai percorsi pedonali, ma dall’autostrada, diventano enormi magazzini. Tutto questo, poi, per rispondere ad una delle più contemporanee delle funzioni, quella di vendere prodotti industriali, a volte anche di design, ma disconoscendo per un pomeriggio (forse sabato) tutto quello che abbiamo inventato in secoli di storia ed isolandoci in un borgo pedonale di 600 anni fa, sperando di non vedere l’autostrada alzando gli occhi.

Dunque la copia, il potere della riproducibilità, arriva, dopo l’arte, non solo all’architettura (idea dei souvenirs, delle cartoline, del bello per tutti), ma alla città; gli outlet stanno sorgendo in Italia in provincia ad imitazione dell’architettura delle città vicine: così è successo vicino a Bologna (Castel Guelfo), a Fidenza (Fidenza Village), a Mantova (Bagnolo San Vito), a Brescia (Valmontona), ad Arezzo (Forano della Chiana), accomunati dal “rifacimento in stile” dei caratteri decorativi delle città più prossime. Una nuova Italia giocattolo che ci ricorda l’Italia in miniatura, ottenuta col “copia incolla scala” sta sorgendo vicino all’autostrada, da visitare velocemente, a portata di tutti.

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© arcomai – Fidenza village, vedute del corso principale.

Quello di Barberino è il terzo progetto sviluppato in Italia dalla società leader europea McArthurGlen, dopo gli outlet di Serravalle Scrivia – costruito in stile Settecento Ligure – e di Castel Romano, in stile Antica Roma Imperiale. Così sembra proprio che, dietro all’ambizione di offrire “ambienti eleganti e suggestivi per fare shopping di marchi prestigiosi, ma con ribassi dal 30 al 70%” si cerchi in realtà di “colpire” la provincia, illudendola con un sogno di cultura ed eleganza che la equipari ai capoluoghi (se a loro dire questo progetto “contribuisce alla conoscenza del patrimonio storico”…(Parcheggi, bar, ristoranti, aree gioco, shopping, sportelli bancari, comodità; ecco il modello di vita felice da pubblicità che ci viene proposto come miglior immaginario possibile per i nostri desideri. Il contraltare della scuola di massa e dell’arte per tutti è quello dell’appiattimento e del livellamento verso il basso, in modo semplificativo e riduttivo. Forse l’unico risultato che questi nuovi centri ci faranno ottenere è di sfollare e far respirare le vicine città d’arte, costruite non in stile, ma in secoli di storia, da visitatori interessati più allo shopping che all’architettura. O forse le faranno definitivamente morire perché molti centri storici funzionano ormai come grandi outlet che vivono solo a piano terra di solo commercio.

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© arcomai – Barberino Designer outlet, vedute del “lungofiume” e di piazze interne.

Per uno strano gioco proprio la molteplicità di funzioni e di occasioni di cui possiamo oggi disporre apparentemente liberamente toglie a queste complessità e ricchezza. Tutto diventa appunto montaggio,  sommatoria, successione di fatti apparentemente diversi, ma resi equivalenti dalla casualità dei collegamenti, senza scambi, relazioni, scelte, pensiero. Per avere un po’ di tutto abbiamo poco di tutto. Possiamo andare dai Romani al futuro, ma con la mente appannata di chi non percepisce più direttamente le cose. Della città qui sparisce la complessità di relazioni, la pluralità che la ha determinata, la casualità di una sua possibile storia.

Ma non tutto ciò non interessa molto per la nuova gita fuoriporta che oggi si traduce nel raggiungimento di un vicino svincolo autostradale di provincia, nella speranza che la gente, distratta dai problemi e dalle fatiche, grazie all’amenità del luogo abbia voglia di non pensare troppo e spendere qualche soldo per comprarsi l’illusione di un abito esclusivo ma …per tutti.

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© arcomai – Outlet fashion district (Bagnolo / MN), vedute del percorso anulare e dell’ingresso.


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