Sparita la città, a ciascuno la sua periferia

Le città sono oggi in crisi conclamata e scoppiano di contraddizioni e di conflitti. Ma nel frattempo qualcuno si domanda che fine hanno fatto gli umani? Gli umani sono “fuori”. Siamo persone “fuori”, e quasi sempre in viaggio: c’è chi è in viaggio per lavoro o alla ricerca di mete esotiche, e ci sono molti che sono alla ricerca di lavoro e di diritti. Quanto è cambiato il disagio delle persone nell’attuale vita metropolitana? Dopo circa un secolo le persone si sono definitivamente “appaesate” nel “negativo” dei conflitti e delle dinamiche imprevedibili dello sviluppo delle città come sperava Simmel nel 1903? Oggi la flessibilità, la precarietà, l’ansia da prestazione, il rischio di fallimento amplificano le incertezze, i traumi e le angosce già illustrate da Simmel, produce atteggiamenti di “appaesamento” sempre più estremi ed improbabili e l’analisi non può che essere “clinica” è l’emergenza prima ancora che ambientale è sociale.

L’esplosione della città ha prodotto pezzi-cocci di città, ed ogni pezzo, non è più città, ma periferia, compreso il suo cuore infranto, e le persone sono sempre più inquiete ed insicure. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci segnala che l’emergenza sociale esiste, e ci ricorda che un giovane su cinque in Occidente soffre di disturbi mentali, e che nel 2020 i disturbi neuropsichiatrici cresceranno oltre il 50% diventando così una delle 5 principali cause di morte, disabilità e malattia.

Abbiamo tante periferie e ciascuna periferie ha il proprio disagio sociale. Il disagio non è bello da vedere e da mostrare, e le persone custodiscono le proprie inquietudini nelle proprie private abitazioni o nello studio dell’analista. Ma c’è anche chi questo disagio è costretto ad esporlo perché non ha né la casa e né l’analista. Non potete immaginare quanto turbamento provoca questa vista pubblica del disagio. Non si doveva risolvere tutto zonizzando, pianificando, specializzando, concentrando ed allontanando a fin di bene? Non bastavano l’urbanistica e le idee degli urbanisti a mettere ordine tra i cocci di città? Non bastava. E come se non bastasse anche gli urbanisti sono un po’ “fuori”, lontani dai cocci di città, e da chi con quei cocci si è tagliato. L’urbanistica ha cercato di mettere ordine nella città e di accreditarsi come disciplina, ma ha prodotto cocci e continui fallimenti che sono passati sopra la vita delle persone, così come la psichiatria organicista ha cercato di accreditarsi e “ di passare sopra come un carro armato alla soggettività dei folli” (Umberto Galimerti in “Il sogno di Basaglia” La Repubblica 29 agosto 2005).

Il territorio è pieno di periferie ed abbiamo più che mai bisogno del sogno di Franco Basaglia: una clinica come laboratorio di relazioni sociali. Le persone hanno bisogno di luoghi per attivare relazioni sociali, e di dare senso alle loro esistenze. Solo allora saremo in grado di pensare piani ed i progetti per una ri-animazione della città, o meglio delle periferie.

Carmela Riccardi. Nata in Italia nel 1961, si è laureata presso la l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia nel 1987. Diventa titolare a Bari nel 1991 di una borsa di studio biennale del C.N.R da titolo: “Analisi degli scenari e sistemi di supporto alla decisione per una valutazione qualitativa degli strumenti di Pianificazione”. E’ cultore della materia presso la cattedra di Teoria della Urbanistica nell’Anno Accademico 1992/1994 presso Istituto Universitario di Architettura di Bari. Si trasferisce a Bologna nel 1995 e negli anni 1996 /1998 collabora con l’Amministrazione Provinciale di Bologna per la redazione del secondo rapporto dello Schema Direttore Territoriale Metropolitano e delle linee preliminari alla elaborazione del Piano Territoriale di Coordinamento. Il recente Progetto “Un Quartiere per amico” presso il Comune di Pianoro (BO) propone un modo nuovo di costruire dal “basso” progetti significativi per i territori e le popolazioni urbane, coinvolgendo gli attori della scena urbana a partire dalle prime fasi di costruzione degli stessi progetti.


Back to Top