Bologna oltre il 2000: arcaicità della città contemporanea?

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Dal dopoguerra agli anni ’80 le finalità dell’urbanistica bolognese sono state quelle del “contenimento dimensionale” e del “riassetto organico del territorio”, con le quali si sono perseguiti obiettivi di soddisfazione dei bisogni materiali (casa, verde, servizi…) e intellettuali (cultura, centri civici…) della popolazione. Negli ultimi dieci anni l’amministrazione ha tuttavia manifestato volontà di giungere ad una ridefinizione dell’area urbana, con la messa a punto di nuove strategie di progetto per riqualificare una periferia priva di qualità.

Dal 1999 il governo della città ha inteso dare priorità a scelte che erano incompiute al momento del suo insediamento (grandi restauri nel centro storico, completamento del programma per la Manifattura delle Arti, Cineteca, Nuova Galleria d’Arte Moderna, ecc.) e di orientare i suoi sforzi alla costruzione di nuove infrastrutture ritenute di primaria importanza (l’attraversamento sottocollinare est-ovest, la metropolitana, il tram su gomma, ecc.). espressione locale della politica nazionale nello stesso ambito.

Allo stato c’è però bisogno di prendere in mano alcune questioni – che qui non anticipiamo perché sicuri che emergeranno nel corso della tavola rotonda – e proporre nuove strategie di rapporto tra pubblico e privato – che richiede l’applicazione di regole definite e chiare – tali da che la gente possa capire, fare propri e partecipare ai cambiamenti in atto. Il dibattito aperto a Bologna sugli esiti delle operazioni urbanistiche dagli anni ’90 ad oggi si sta dimostrando determinante per gli sviluppi di una moderna “cultura della città” al punto da generare in questi ultimi tempi un insolito fiorire di gruppi, mostre, conferenze, convegni nonché la presenza di importanti architetti impegnati in operazioni di prestigio: impianti universitari al Lazzaretto (Meier, Sartogo), restauri nel centro storico, Museo della Città (Bellini), ecc.

In un momento storico per Bologna, le possibilità aperte alla progettazione architettonica potrebbero oggi muoversi, con riferimenti precisi e convincenti, esportando nella periferia una certa qualità di connessione dei tessuti antichi – ritenuta ancora essenziale – e fare del centro “storico” qualcosa di più di un modello da contrapporre ad una periferia che a sua volta, necessita di divenire un luogo non solo dove abitare, ma anche gradevole. La grande sfida che Bologna dovrà affrontare al più presto sarà proprio quella di adeguare il “pensiero della città” alle nuove realtà a costo anche di mettere in discussione paradigmi sino ad ora mai messi in discussione.

 

Luogo: Sala Conferenze del Baraccano (Bologna)

Data: 25 Maggio 2004

Moderatore: Giuliano Gresleri, Architetto, Professore (Università di Bologna -Cesena)

Relatori:

Elio Garzillo, Architetto, Soprintendente Regionale per i Beni e le Atiivita’ Culturali dell’Emilia-Romagna

Carlo Monaco, Professore, Assessore all’Urbanistica e alla Casa del Comune di Bologna

 

Giuliano Gresleri, architetto. Professore Ordinario di Storia dell’Architettura alla Facoltà di Architettura dell’Università di Bologna (Cesena), è considerato uno dei massimi conoscitori mondiali dell’architettura degli Anni ’30. Importante il suo impegno nell’ambito delle ricerche storiche sulla figura e l’opera di Le Corbusier in rapporto alla cultura architettonica europea e sulla vicende dell’Architettura coloniale italiana. Con Jose Oubrerie ha diretto i lavori per Ia ricostruzione del Padiglione de “L’Esprit Nouveau” a Bologna (1977) e ha fatto parte del Comitato per Ia costruzione della chiesa di Alvar Aalto a Riola (1972) di cui è uscito recentemente un volume edito da Editrice Compositori (Bologna, 2004). Autore di oltre 350 saggi, è presente nelle principali riviste di architettura italiane e straniere (Casabella, Ottagono, A+U, Parametro, Architecture d’haujord’hui, cataloghi Triennale di Milano, ecc.). Le indagini dei suoi studi si spostano frequentemente dal campo dell’analisi storica al campo della storia del restauro e della sua prassi operativa con particolare attenzione al problema della conservazione del Moderno. In questo ambito si segnalano le sue ricerche sulla vicenda architettonica della Modernità a Bologna tra il 1890 e il 1940. Ha fatto parte di numerose giurie di concorsi, ha partecipato e organizzato importanti mostre internazionali, ha progettato e diretto restauri insieme all’esecuzione di piani e progetti di recupero urbano in varie città d’Italia.

Carlo Monaco (laurea in giurisprudenza presso l’Università di Bologna), abilitato all’insegnamento di filosofia, storia, diritto ed economia. Esperto di politica scolastica e formativa è anche aggiornatore didattico, pubblicista e drammaturgo. Attualmente è assessore all’Urbanistica e alla Casa presso il Comune di Bologna. Scrive da anni su L’Unità e il Resto del Carlino. Tra le tante pubblicazioni, ricordiamo: Conoscere la filosofia (Thema, Bologna 1988); Stato e democrazia (Thema, Bologna Torino, 1991); La città e lo stato (Graffiti, Bologna 1997); Il mondo delle idee (Cappelli, Bologna 1997).

 


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