Cannibal Holocaust: il mockumentary tra narrazione e bugia che scuote ancora le nostre coscienze

© Franco Di Nunzio & Franco Palaggie I Cannibal Holocaust, Locandine.

Cannibal Holocaust, diretto da Ruggero Deodato (1939-2022), è uno dei film italiano più controversi della storia del cinema. Il suo impatto va oltre il genere horror, aprendo un dibattito più ampio sulla responsabilità dei media nella rappresentazione della violenza e nel confine tra realtà e finzione. Il lungometraggio, uscito nel 1980, con il suo stile found footage – precursore del mockumentary, ossia il falso documentario – e la sua crudele rappresentazione della brutalità, anticipa molte delle dinamiche che oggi caratterizzano i mezzi di comunicazione di massa contemporanei, in particolare il sensazionalismo, il consumo indiscriminato di immagini estreme nonché la narrativa ambigua dei drammatici conflitti in corso. Infatti, uno degli aspetti più inquietanti del film è la sua critica interna ai media e al giornalismo.

© Franco Di Nunzio & Franco Palaggie I Cannibal Holocaust. Fotogramma.

La pellicola, prodotta da Franco Di Nunzio e Franco Palaggie, narra la storia di una troupe cinematografica che documenta le presunte atrocità di tribù indigene del Brasile, ma si scopre che sono loro stessi gli artefici della violenza, manipolando la realtà per ottenere immagini scioccanti. Una storia dura e inquietante, che sfida lo spettatore con immagini estreme e un forte contrasto tra violenza e musica. Questo tema è oggi più rilevante che mai, in un’epoca in cui i media spesso spettacolarizzano la sofferenza per fini commerciali, sollevando interrogativi etici sulla manipolazione dell’informazione e sull’effetto che immagini estreme hanno sulla società. Nel contesto attuale, i social media hanno amplificato il problema della rappresentazione della violenza. La diffusione di video e immagini shock è diventata una strategia per catturare l’attenzione, e il confine tra documentazione e speculazione è sempre più sfumato.

© Franco Di Nunzio & Franco Palaggie I Cannibal Holocaust. Fotogramma.

Cannibal Holocaust evidenzia come la ricerca del sensazionalismo possa distorcere la realtà e portare alla perdita di principi etici, un fenomeno che ancora oggi si manifesta nella produzione e nel consumo dei media. Il film critica anche l’”imperialismo mediatico”, denunciando il modo in cui la cultura occidentale ha spesso sfruttato e rappresentato in modo distorto le società non “allineate”. Questo tipo di comunicazione è utilizzato dalle grandi potenze per influenzare l’opinione pubblica, il mercato globale e la cultura, attraverso il controllo di mezzi di comunicazione come reti televisive, piattaforme digitali e agenzie di stampa. Il dibattito su questo tema mette in evidenza il rischio di una narrazione omogenea che riduce la diversità culturale e informativa.

© Franco Di Nunzio & Franco Palaggie I Cannibal Holocaust. Fotogramma.

Il titolo della pellicola è estremamente evocativo e provocatorio. L’uso della parola Cannibal richiama il tema centrale del film, ovvero il confronto tra civiltà e presunta barbarie, mentre Holocaust evoca distruzione e sofferenza su larga scala, Questo accostamento suggerisce una critica alla violenza e allo sfruttamento, non solo tra culture diverse, ma anche all’interno dei media stessi. Il film, infatti, mette in discussione il sensazionalismo e l’etica del giornalismo, mostrando come la vera brutalità spesso risieda in chi racconta la storia, piuttosto che nei soggetti descritti. Elemento importante di questo mockumentary è la colonna sonora composta da Riz Ortolani che si caratterizza per l’uso di melodie soavi e contrastanti rispetto alla brutalità delle immagini, contribuendo a rendere il film ancora più inquietante e memorabile.

© Franco Di Nunzio & Franco Palaggie I Cannibal Holocaust. Fotogramma.

Uno degli elementi più distintivi di Cannibal Holocaust è la sua struttura narrativa, che alterna sequenze girate in stile documentaristico con scene più tradizionali. Questo approccio ha contribuito a creare un senso di autenticità, tanto che alcuni spettatori inizialmente credettero che le immagini fossero reali. Il lungometraggio, come si diceva, anticipa il genere found footage, reso celebre anni dopo da The Blair Witch Project, uscito nel 1999 e diretto da Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez, che è una delle opere cinematografiche più influenti nella storia del genere horror. In ambito cinematografico, il found footage indica il riutilizzo di riprese preesistenti e archiviate, impiegate in film, documentari o programmi televisivi per creare un effetto di realismo.

© Franco Di Nunzio & Franco Palaggie I Cannibal Holocaust. Fotogramma.

La manipolazione dell’informazione di massa è un fenomeno sempre più pervasivo nell’era digitale, dove la rapida diffusione di notizie attraverso media tradizionali e piattaforme online influisce profondamente sulla percezione collettiva della realtà. Tra i principali strumenti di manipolazione rientrano la selezione mirata delle informazioni, la distorsione dei fatti, la costruzione di narrazioni polarizzanti, l’uso di algoritmi per orientare l’opinione pubblica e troll farms, gruppi organizzati di utenti che operano su internet con l’obiettivo di diffondere disinformazione e manipolare il dibattito online. Queste strutture, spesso finanziate da governi, aziende o gruppi politici, utilizzano accounts falsi e bots per amplificare determinati messaggi, attaccare oppositori e creare un’apparente consenso su temi controversi.

© Franco Di Nunzio & Franco Palaggie I Cannibal Holocaust. Fotogramma.

Oggi, questa influenza si manifesta in svariati ambiti, dalla politica all’economia, fino al consumo e alla cultura, con tecniche di manipolazione psicologica volte a condizionare pensieri ed emozioni, spesso sfruttando debolezze cognitive e strategie di persuasione occulte. Per contrastare tale fenomeno, la consapevolezza e la “educazione mediatica” sono essenziali, permettendo di sviluppare un pensiero critico nei confronti dei contenuti a cui siamo quotidianamente esposti. A quasi cinquant’anni dalla sua uscita, Cannibal Holocaust rimane un’opera fondamentale nel dibattito sulla distorsione della realtà e sulla manipolazione della conoscenza collettiva. Ancora controverso e discusso, il film rappresenta una forma di denuncia contro l’omologazione dell’informazione, invitando a una riflessione più consapevole sulla costruzione delle immagini che plasmano la nostra percezione del mondo. Ripartiamo da qui!

© Franco Di Nunzio & Franco Palaggie I Cannibal Holocaust, Locandine.


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