Il questore di Hong Kong e’ un critico d’arte

iste un luogo ad Hong Kong e precisamente a Couseway Bay che che mi ha sempre affascinato. E’ il tratto I Hennessy Road compreso tra Percival Street e il corner Great George Street-Lockhart Road. Tra questi due incroci si e’ formata, nell’ambito dell’evoluzione spontanea del villaggio/comune costruito dagli studenti che stanno manifestando dal 28 settembre contro le ingerenze della Cina nella politica locale, una sorta di “spazio delle libertà” civili in cui sono ospitate installazioni ed opere artistiche pensate per rivendicare la piena democrazia per l’ex-colonia britannica. In questo luogo, questa notte, e’ successo qualcosa di insolito, di incredibile, di unico – questo tratto dlla strada si e’ trasformato in teatro prima di scomparire, il tutto in poche ore. Un signore ha tentato di rimuovere una di queste installazioni e ha generato, col suo gesto, effetti a catena imprevedibili. L’opera (anonima) consisteva in gruppo di “omini con ombrello” (tutti uguali e di circa 40cm di altezza) impressi su cartoncini ed attaccati all’asfalto con dello scotch. Il “lupo solitario” – con al petto il fiocco blu che distingue i sostenitori fili governativi – ha iniziato a strappare questi innocui omini, ordinati (in fila indiana) lungo un percorso a spirale, e lo ha fatto uno per uno, prima di essere fermato da un gruppo di ragazzi che si trovavano nei paraggi. A ciò ha fatto seguito la formazione di una folla arrabbiata che ha portato la polizia ad intervenire.

Nel mentre le persone chiedevano spiegazione all’autore dell’aggressione, alcuni giovani/passanti hanno provato a ripristinare l’opera. Da li’ a poco ho capito che si stava consumando una vicenda unica che sono riuscito a documentare nel video intitolato “The head police is an art critic”. Oltre ad essere stato difficile per loro ripristinate l’opera – non conoscevano l’autore, il suo significato e la modalità con cui era stata realizzata – questi ragazzi hanno agito, inconsapevolmente, come il nostro “cattivone”. Provando a ri-comporre l’opera hanno contribuito ad alterarne la sua composizione e quindi il suo messaggio. Scoraggiati alcuni di loro hanno lasciato il luogo del (duplice) delitto scoraggiati, confusi, umiliati. Una scena tanto patetica quanto commovente.

Si e’ assistito ad un melodramma avvincente forse un po’ tragicomico consumato inizialmente attorno ad uno stage che poi si e’ allargato a definire due palcoscenici simultanei e ripetitive performances. Due scene in una in cui gli spettatori (i riparatori, gli urlatori, i malcapitati, i poliziotti ed io) si sono divisi e poi mescolati a formare una folla arrabbiata ed unita di fronte alla vigliacca aggressione contro “la marcia degli omini”. Ma i veri protagonisti di questa psicodramma sono stati: l’artista (di cui non si conosce ne’ il nome ne’ la fisionomia), il “terrorista politico” (che ci ha messo la faccia) ed il poliziotto. Loro non si conoscono ma insieme hanno dato vita a qualcosa più grande di loro. Di questi, il questore e’ senza dubbio la figura più misteriosa ed inquietante, essendo l’unico ad aver agito al di fuori della scena del crimine, ordinando lo sgombero dell’area. Infatti questa installazione (come le altre) non esiste più e lo “spazio delle libertà” e’ stata liberata prima del”alba. Quel tipo di arte degenerata a lui proprio non non piace. Qualora la umbrella revolution un giorno sarà domata, questo – e’ per me – il primo atto della sua fine. Se avessi avuto un microfono, avrei urlato (prima del parola FINE e dei titoli di coda): “Tutto inizia dall’Arte, e tutto finisce con Essa”.

© arcomai I “The head police is an art critic”. 


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